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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI GENAIO 2023
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Inviato da Alba il 14/1/2023 13:20:00 (184 letture) |
Nel giro di poche settimane, per la quarta volta, la liturgia ci mette davanti agli occhi Giovanni il battezzatore. Questa sua nuova apparizione, narrata da una delle prime pagine del quarto Vangelo, ci viene presentata all'inizio del "tempo ordinario". Il Dio che viene ad incontrarci nella Bibbia non regna, indifferente alla sofferenza umana, in una lontananza beata. E' un Dio che, al contrario, si prende a cuore tutta questa sofferenza. Lui la conosce. La notizia di Dio che si fa uomo in Gesù non ci lascia di sasso: Dio viene nel cuore della nostra vita, si lascia toccare dalla nostra sofferenza umana, si pone con noi le nostre domande, si compenetra della nostra disperazione: "Mio Dio, perché mi hai abbandonato?". Giovanni Battista dice di Gesù: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo". Ecco questo Dio che si lascia ferire dalla cattiveria dell'uomo, che si lascia commuovere dalla sofferenza di questa terra. Egli ha voluto avvicinarsi il più possibile a noi, è nel seno della nostra vita, con i suoi dolori e le sue contraddizioni, le sue falle e i suoi abissi. È in questo che la nostra fede cristiana si distingue da qualsiasi altra religione. Gesù sulla croce, Dio nel mezzo della sofferenza umana: questa notizia è per noi un'incredibile consolazione. È vicino al mio dolore, Egli mi capisce, sa come mi sento. Questa notizia implica allo stesso tempo un'esistenza scomoda: impegnati per coloro che, nel nostro mondo, stanno affondando, che naufragano nell'anonimato, che sono torturati, che vengono assassinati, che muoiono di fame o deperiscono. Sono tutti tuoi fratelli e tue sorelle! È questo il cristianesimo: lo stupore di un Dio che prende l'iniziativa, che annulla le distanze, senza porre condizioni, senza chiedere nulla in cambio. Nel Vangelo di Giovanni, il cui autore era uno dei due discepoli del Battista che ha seguito il Maestro, il profeta non è un precursore ma un testimone. E' stato l'incontro con Gesù che gli ha fatto capire chi era davvero il Messia. Chi ha incontrato Dio non è più stato lo stesso. Chi Lo ha incontrato è stato una persona nuova. E poi chi ha incontrato il Dio di Gesù ama e non giudica; ama e sa perdonare; ama e non possiede. La fede nasce da un incontro, da un'esperienza, dalla vita. Il Signore non chiede più sacrifici all'uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la tua vita, offre la Sua. La bella notizia di questa domenica? Lui sta venendo verso di me, proprio ora. Un Amore che mi abbraccia così come sono, un'occasione per un abbraccio.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI GENNAIO 2023
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Inviato da Alba il 7/1/2023 6:20:00 (189 letture) |
Giovanni il Battista invita il popolo a prepararsi alla venuta imminente del Messia. A lui è concesso di contemplare ciò a cui aspira ogni uomo che prega e che contempla: Giovanni percepisce e insieme accoglie il mistero di Dio, quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Giovanni vede il Figlio, il Verbo eterno di Dio, e lo indica già come il Salvatore. Sente il Padre, che nessuno riesce a vedere, testimoniare e attestare che quello è davvero suo Figlio. Percepisce poi la presenza dello Spirito che si posa sulla superficie dell'acqua. È lo Spirito che è sceso su Maria, generando in Lei la vita umana e divina. È lo Spirito che scenderà un giorno sugli apostoli perché fecondino la terra e le diano vita eterna. E, pur avendo avuto un altro Battesimo, altrimenti efficace, anche noi siamo stati battezzati "nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". E, secondo la promessa, la Santa e Divina Trinità pone in noi la sua dimora. Essa trasforma la nostra vita, affidandola a Dio e attirandoci verso di Lui con la forza di attrazione della risurrezione. Dopo trent'anni di silenzio e normalità, il Figlio di Dio, atteso dalle genti, non inizia il suo ministero pubblico con un solenne discorso nella piazza centrale di Gerusalemme o con un miracolo portentoso per lasciare tutti a bocca aperta, ma si mette in fila con i peccatori per farsi battezzare! Gesù svela il volto della solidarietà di Dio che cammina con il suo popolo, di un Dio che si mette in fila senza corsie preferenziali, di un Dio che ha fame e sete, si stanca e ha sonno, piange per un amico, si commuove e si appassiona, ama e perdona. Troppo spesso abbiamo pensato a Dio come un essere perfetto e distante, freddo e calcolatore, seduto su una nuvola a dettare comandamenti e sentenze. Gesù frantuma questa immagine di Dio. L'unico modo per sapere com'è Dio è guardare Gesù, la sua vita, le sue parole e le sue scelte. Lui, e solo Lui, è immagine del Dio invisibile. La sua Chiesa deve continuare questa missione: scendere dalle cattedre, stare con la gente, ascoltare, accompagnare e accendere speranza nei cuori frantumati dal dolore o dalla povertà. È un cammino impegnativo di conversione, di spogliazione e di umiltà. Che lo Spirito di Dio ci infiammi di passioni e ci faccia volare leggeri sulle ali della grazia.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI GENNAIO 2023
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Inviato da Alba il 29/12/2022 9:30:00 (193 letture) |
Il brano del Vangelo ci narra un episodio della vita di una famiglia ebrea, ma l'ambientazione è inusuale per una nascita. Si tratta di una famiglia emarginata socialmente. Eppure il bambino è Dio e la giovane donna l'ha concepito e partorito nella verginità. Alcuni pastori si affrettano, in risposta a un messaggio dal cielo, per riconoscerlo e glorificarlo a loro modo. Dio parla tramite Maria anche se resta sempre una Sua creatura, ma speciale ed unica grazie ai doni ricevuti dal Padre. Maria fu definita Madre di Dio. Cominciamo l'anno nel segno di questo grande mistero. Cerchiamo allora di approfondire la nostra devozione a Maria, Madre di Dio e nostra. I primi visitatori del Bambino neonato deposto in una mangiatoia sono pastori, che riferiscono ciò che del Bambino è stato detto loro. Maria riflette sulle loro parole. E' Dio stesso che desidera, con un amore tenerissimo di Padre, far arrivare la sua benedizione a ciascuno di noi. Il Suo Spirito mette sulle nostre labbra la parola più dolce che possa esistere per un figlio: "Abbà, Papà mio, Papà nostro". Gesù ci benedica mettendosi sui nostri passi. Gesù ci benedica con il corpo, col cuore innamorato, con la sua vita fragile simile alla nostra. Gesù ci benedica rendendo visibile il suo volto di Luce e, in trasparenza, il volto del Padre. Gesù ci benedica col suo sguardo che emana dolcezza e si accorge di noi, sempre. Gesù ci benedica con la sua bocca che narra parole di vita e di consolazione. Gesù ci benedica con le sue braccia spalancate ad un'accoglienza che non chiede il resoconto degli sbagli. Gesù ci benedica quando sembra accorgersi soltanto di noi, mentre sta per restituire il suo Spirito sulla croce. Gesù ci benedica affidandoci la Madre e donandoci come Madre, sua Madre, Maria di Nazareth. Medita continuamente nell'anima tutte le meraviglie compiute in te dal Signore: quelle che comprendi e quelle che non riesci ancora a decifrare. Sii sempre figlio. Non dimenticare mai che io sono una Madre che sa piangere in silenzio, che soffre senza lamenti, che gode con intramontabile speranza, che ama con un cuore che sa custodire anche il tuo cuore. Gesù, scoppio di stupore e di amore. La tua benedizione risuona come il silenzio sottile incantato dell'universo. Come è vero che io, povero, fragile, ti sto a cuore fino a permettermi di occupare e gustare tutto il tuo amore. Gesù, le tue Parole scaturiscono dal cuore dell'unico nostro Abbà. Gesù, mi sento nelle Tue mani. Il mio nome è scolpito nella Tua memoria. La mia vita ha il profumo della Tua vita. Gesù, riesco a contemplarti, anche chiudendo gli occhi perché sempre vedo la luce del Tuo volto. Gesù, a Maria affidi il cammino che apri davanti ai miei passi. Me lo indica lei. Me lo indichi Tu. Insieme, tenendomi per mano, cammino con voi. La Luce di Dio è sempre all'orizzonte.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : DOMENICA, 25 DICEMBRE 2022 - SANTO NATALE - MESSA DEL GIORNO
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Inviato da Alba il 20/12/2022 12:20:00 (204 letture) |
Il Verbo, la seconda persona della Santissima Trinità, si fa carne nel grembo della Vergine Maria per dare a chi Lo accoglie e a chi crede in Lui il "potere di diventare figli di Dio". Nel Verbo che si è fatto carne, questo Bambino di Betlemme, l'uomo trova l'adozione come figlio. Dio non è più un essere lontano, egli diventa suo Padre. "Come l'uomo potrebbe andare a Dio, se Dio non fosse venuto all'uomo? Come l'uomo si libererebbe della sua nascita mortale, se non fosse ricreato, secondo la fede, da una nuova nascita donata generosamente da Dio, grazie a quella che avvenne nel grembo della Vergine?". A quanti Lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. Dio si fa Uomo; la natura umana viene assunta dalla Persona divina del Verbo; Dio prende forma mortale e diventa uno di noi, anche se non cessa di essere Dio. Dio si fa uomo nel grembo di una giovane donna di paese, si affida alle cure formative di un semplice operaio e assume una dimensione sociale fra le più umili. Anche se in tutto e per tutto Uomo, il Verbo Incarnato Gesù Cristo non cessa di essere Dio e in quanto tale si propone di elevarci per renderci partecipi della stessa vita divina, del suo stesso Amore di Figlio in eterna comunione con il Padre nello Spirito Santo. Attraverso Gesù, nello Spirito siamo condotti fino al Padre e in questo consiste l'opportunità che ci offre il mistero dell'incarnazione. Questo è avvenuto perché noi abbandonassimo tutte le debolezze umane, le miserie morali, i desideri di ricchezza, l'egoismo, la mancanza di amore, il peccato. Le felicità a cui spesso ci leghiamo sono illusorie, mentre dobbiamo comprendere che la vera gioia si raggiuinge più nel dare che nel ricevere, che l'umiltà, la fede e l'amore ci aiutano a portare Dio anche a tutti coloro che incontriamo. Tanti auguri a tutti noi, perché arriviamo a comprendere e a vivere nel modo più giusto la gioia del Natale!
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI DICEMBRE 2022
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Inviato da Alba il 17/12/2022 8:30:00 (191 letture) |
Il Vangelo di oggi parla della "nascita di Gesù Cristo". "Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù". È dunque chiaro che san Matteo vuol dire che Giuseppe era il padre adottivo di Gesù. Ma chi è il vero Padre di Gesù? E' "per opera dello Spirito Santo" che Maria aspetta un bambino. Ma il testo esprime senza dubbio ancora qualcosa di più. Non è perché è stato generato in questo modo straordinario che Gesù è l'obiettivo della storia di Israele e il fondamento di una nuova comunità; si tratta piuttosto di capire che in Gesù Dio si è unito con noi uomini, come rimedio estremo e per sempre. E ciò per liberarci dalla fatalità della colpa del peccato. Ecco perché il Figlio di Maria deve portare il nome di Gesù, cioè: "Il Signore salva", ed ecco perché noi possiamo anche chiamare Gesù Emanuele, che si traduce "Dio è con noi". È il messaggio con il quale Matteo inizia il suo Vangelo. Dio onnipotente, che ci hai dato il pegno della redenzione eterna, ascolta la nostra preghiera: quanto più si avvicina il grande giorno della nostra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare degnamente il mistero della nascita del tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Giuseppe nella sua missione di portare avanti la tappa decisiva del disegno divino di salvezza per l'umanità, custodisce la vita di Maria e del suo Bambino. In Giuseppe, Dio ha donato a Maria il segno visibile e tangibile dell'amore di predilezione annunciato dall'angelo. Un padre e un amico prezioso nella lotta che la fede deve sostenere lungo il cammino.
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