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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 18/2/2023 7:40:00 (213 letture) |
In questa settimana termina la prima parte del Tempo Ordinario ed inizia il Tempo di Quaresima, in preparazione alla Pasqua. Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall'inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall'intensificazione dell'istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, si apre ora il tempo della Quaresima. Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla Parola di Dio. Lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, viviamo un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all'evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il Suo. Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l'umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l'esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all'azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell'eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia nell'annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 8/2/2023 9:50:00 (186 letture) |
L'ideale religioso degli Ebrei devoti consisteva nell'osservare la legge, attraverso la quale si realizzava la volontà di Dio. Gesù è la pienezza della legge, perché Egli è la Parola definitiva del Padre. Ed è anche in questo senso che Gesù è la pienezza di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio: "Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di Lui". Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. L'amore non è prima di tutto un sentimento diffuso per fare sempre quello di cui abbiamo voglia, ma al contrario il motore del servizio del prossimo, secondo i disegni divini. Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Siamo confortati dalla affermazione di Cristo: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Gesù di Nazareth ritorna al cuore, che è la sede dove si forma il nostro pensiero e il nostro agire. Se il cuore guarisce, anche la vita guarisce. Gesù fa una cosa semplicissima: riprende a uno a uno i precetti e ne svela il senso profondo, eliminando ciò che le tradizioni umane avevano aggiunto. Gesù vuole portare a compimento la Legge e i Profeti, le prime due grandi parti della Bibbia ebraica. Gesù invita a non trasgredire uno solo di questi minimi precetti: le beatitudini. Il di più che Gesù chiede è nella qualità del nostro modo di metterci davanti alle Sue leggi. E' sulla qualità della nostra fede che dobbiamo misurarci. La legge è per l'uomo, non l'uomo per la legge. Quello che Gesù è venuto a donarti, in altre parole la bella notizia, non è una legge. Dio non ti obbliga, ti dona e ciò che ti comanda, prima te l'ha concesso.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 1/2/2023 9:30:00 (204 letture) |
Gesù ci dice: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo! Il sale e la luce sono due elementi che in ogni civiltà sono considerati tra i più utili alla vita. Quelle di Gesù sono parole che ci devono responsabilizzare e farci sentire sempre più impegnati a vivere in quello stile diverso che Gesù ci indica, perché possiamo essere testimoni credibili. Noi cristiani dobbiamo essere sale sparso tra gli uomini e luce che illumina e rallegra quanti avviciniamo. È grande la nostra responsabilità! Non siamo noi la luce: è Gesù la «luce delle nazioni», noi dobbiamo con umiltà e gratitudine ricevere questa luce e rifletterla, espanderla intorno a noi. E' Gesù Cristo il sale della sapienza, il sale che dà senso alla vita umana sulla terra. Dobbiamo compiere le opere buone, perché la luce che viene da Cristo risplenda davanti agli uomini e il Padre sia glorificato. Non basta una religiosità puramente esteriore, dove non c'è un amore vero, autentico, operativo a guidare la nostra vita. I cristiani sono chiamati ad essere un segno di Cristo, vero sale e vera luce, e a non nascondere sotto pesanti schemi questa luce. Essere oggi sale e luce significa, quindi, vivere nella trasparenza, nella limpidezza. O noi siamo capaci di distinguerci cristianamente nella società e siamo sale, nel senso che sappiamo darle sapore, e siamo luce perché accogliamo e riflettiamo tra gli uomini la luce di Cristo, oppure siamo quel sale di cui Gesù ha detto che, avendo perso il sapore, «a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente». Che Dio Onnipotente, per intercessione della Vergine Maria, ci aiuti, durante il nostro pellegrinaggio terreno, ad essere luce e sale della terra, affinché con le nostre opere buone possiamo rendere gloria al Padre nostro che è nei cieli.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE GENNAIO E INIZIO FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 28/1/2023 9:30:00 (215 letture) |
Dio ti ama malgrado la tua povertà, malgrado i tuoi limiti. Quando sei addolorato e ti senti povero, quando l'afflizione ti paralizza, ascolta la grande promessa di Dio: sarete consolati, sarete sfamati, vedrete Dio. Questa promessa è nel cuore della nostra fede. Tutto il lieto messaggio di Gesù si riflette nelle beatitudini come uno specchio ardente. Colui che ha accolto la buona novella nel più profondo di sé stesso e nel quale questa verità raggiunge le radici dell'esistenza, diventerà naturalmente misericordioso e indulgente nel giudizio che ha sugli altri. Sarà capace di diffondere la pace, perché egli stesso la possiederà. Molti uomini che la vita ha reso amari e chiusi, ai quali le numerose delusioni hanno fatto perdere la fede in Dio e negli uomini, forse potrebbero ricominciare a credere nella bontà di Dio e nella sua sollecitudine. La quarta domenica del tempo ordinario ci presenta le Beatitudini, chiamate anche discorso della Montagna, fatto da Gesù alle persone che lo seguivano. Sappiamo benissimo che la vita dell'uomo sulla terra è un'ascesa verso la beatitudine del Regno dei cieli. È questa la fede dei primi cristiani. La sete di felicità che germoglia nel cuore umano può trovare la sazietà soltanto nella "beatitudine" della vita divina. Siamo consapevoli che la storia dell'umanità è un progressivo pellegrinaggio verso la felicità eterna, iniziato con la discesa di Cristo, Figlio di Dio, sulla terra. Nel messaggio delle beatitudini Egli mostra agli uomini la via della vita per guidarli a vivere il Vangelo della gioia e spalanca agli occhi dei discepoli il luminoso orizzonte della beatitudine, per attirare tutti gli uomini alle altezze della vita senza fine. La gioia pregustata nella vita del mondo conoscerà la sua pienezza nell'eternità. Gesù, col suo comportamento, manifesta un amore privilegiato verso i piccoli, i poveri, gli ammalati, i diseredati di ogni specie, a cominciare dai peccatori. Nessuno è escluso dalla sua misericordia e dal suo eterno amore. Nel messaggio delle beatitudini sembra straripare dal cuore di Cristo l'infinito amore di Dio per l'intera famiglia umana. È un inno alla vita e alla gioia che risolleva i deboli e gli abbandonati, svelando che Dio è fedele alla sua promessa.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI GENNAIO 2023
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Inviato da Alba il 21/1/2023 9:20:00 (192 letture) |
Papa Francesco ha stabilito che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione e divulgazione della Parola di Dio. L'evangelista Matteo ci dice quello che è Gesù per noi: la Luce. Tra le esperienze penose della nostra vita ci raggiunge la buona Parola: non guardiamo solo le tenebre, ma anche la Luce con cui Dio rischiara la nostra vita. Egli ha mandato Gesù per condividere con noi le nostre pene. Possiamo contare su di Lui che è al nostro fianco, Luce nell'oscurità. Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo, ma è Lui. Egli è la vera Luce. Perché il valore della nostra vita non si basa su quello che facciamo, ma sul fatto che Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, qualunque sia il nostro merito. La sua Luce penetra nelle nostre tenebre più profonde e nei nostri errori. Possiamo fidarci proprio quando sentiamo i limiti della nostra vita, quando questa ci pesa e il suo senso sembra sfuggirci. Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una Luce luminosa; una Luce è apparsa a coloro che erano nel buio regno della morte!
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