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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MARZO E INIZIO APRILE 2023
Inviato da Alba il 25/3/2023 9:40:00 (182 letture)



FINE MARZO E INIZIO APRILE 2023

È allo stesso tempo l'ora della luce e l'ora delle tenebre. L'ora della luce, poiché il Sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: "Io sono il pane della vita. Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l'ultimo giorno." Come la morte è arrivata dall'uomo così anche la risurrezione è arrivata dall'uomo; il mondo è stato salvato per mezzo di Lui. Questa è la luce della Cena. Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui uno che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l'ha forse allattato perché si dicesse di lui: "Sarebbe stato meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!" Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d'argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. La disperazione ha avuto la meglio sul pentimento. Giuda ha tradito, mentre Pietro, che ha rinnegato Cristo, è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione? Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più "complice" di nessuno.

PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI MARZO 2023
Inviato da Alba il 17/3/2023 12:10:00 (258 letture)



TERZA SETTIMNMANA DI MARZO 2023




 



La "luce" è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos. Non bisogna stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: "In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta". La luce è ciò che rischiara l'oscurità, ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c'è vita. Il racconto della guarigione del cieco è una "storia di segni" caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è "la luce del mondo", che Egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio offerta a tutti. In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Gesù rifiuta il concetto della malattia legata al peccato perché sa che Dio è amore e misericordia, e non manda castighi. Vuole invece aiutarci a trasformare il male in bene. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Notiamo che il cieco non ha chiesto nulla, ne si merita nulla. E' Gesù che vede il problema e prende l'iniziativa. Il gesto che fa è simbolo di una nuova creazione, come quando Dio plasma l'uomo dal fango. L'unico merito di quest'uomo, che non sa chi sta facendo questo, è che si lascia fare e ubbidisce all'invito di andarsi a lavare. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Dissero al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero che lui fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i suoi genitori e li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori e quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Signore fa' che anche noi possiamo vederti e riconoscerti presente accanto a noi in ogni momento della nostra storia passata e presente. 



 


PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MARZO 2023
Inviato da Alba il 8/3/2023 13:10:00 (188 letture)


SECONDA SETTIMANA DI MARZO 2023


La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell'"acqua viva". Quest'acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente, dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e anche della salvezza dell'uomo in un senso più generale. Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. È questa la convinzione dell'antico Israele come della giovane comunità cristiana. La salvezza che Dio porta viene espressa con l'immagine della sorgente che zampilla sotto l'entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita. Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza Gesù dice: "Io, sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". Le letture che la Liturgia di oggi ci propone, ci parlano dell'"acqua viva", che esprime la via dello Spirito che ci aiuta a crescere nella fede, che deve essere testimoniata agli altri. È un richiamo forte ad essere missionari. Nel Vangelo si parla della samaritana, alla quale Gesù dice: "Dammi da bere". I samaritani non erano ben visti dai galilei per antiche diatribe. Dopo le dice: "Va', chiama tuo marito". Lei risponde che non ha marito e Gesù le dice che sa che è stata con diversi uomini. Per rivelarsi Gesù incomincia a rivelare l'uomo a se stesso. Dobbiamo capire profondamente noi stessi, la nostra situazione morale, le cose a cui siamo attaccati, per capire le nostre motivazioni più intime. La conversione è opera dello Spirito che sa quale parola tocca un cuore. Per essere missionari occorre chiedere allo Spirito, con la preghiera, la parola giusta. Nel nostro racconto di oggi è lo Spirito Santo che è in Gesù che tocca il cuore della donna e la trasforma a sua volta nella prima missionaria. Ella diventa cioè una testimone di fede che annuncia il Messia. Anche i discepoli, di ritorno dall'essere andati a cercare cibo, ricevono da Gesù un invito alla missione.


PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI MARZO 2023
Inviato da Alba il 4/3/2023 17:20:00 (181 letture)


PRIMA SETTIMANA DI MARZO 2023


Nelle Scritture, la montagna è sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosè ed Elia che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosè venne trasfigurato da quell'incontro: "Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore". La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della Parola di Dio. Gesù si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come Colui che è l'ultimo a rivelare Dio, come Colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciò è sottolineato ancor più dal fatto che Mosè ed Elia appaiono e si intrattengono con Lui. Essi rappresentano la legge e i profeti, cioè la rivelazione divina prima di Gesù. Gesù è l'ultima manifestazione di Dio. È quello che dimostra la nube luminosa da dove una voce designa Gesù come il servitore regale di Dio. A ciò si aggiunge l'esortazione ad ascoltare Gesù, ad ascoltare soprattutto il Suo insegnamento morale. Solo chi ha fatto esperienza della luce non si rassegna al buio e alle tenebre. E provo ad immaginare il Maestro alle battute finali del suo cammino, mentre, dopo l'accoglienza entusiastica che ha caratterizzato l'inizio della missione in Galilea, adesso la Sua Parola e i suoi gesti stanno procurando diffidenza, ostilità e rifiuto. Gesù inizia ad annunciare ciò che Lo attende a Gerusalemme. I suoi non Lo comprendono e vorrebbero addirittura ostacolarlo "per il suo bene". I capi del popolo cercano solo l'ennesimo pretesto per farLo fuori. Gesù sale sul monte, come già tante volte aveva fatto, per cercare la relazione con il Padre. Porta con sé tre dei suoi, perché vedano e siano testimoni di quella meta luminosa che è la Pasqua, e conservino nel cuore un po' di quella luce per quando ce ne sarà bisogno. Gesù, pur con tutta la fatica di ogni uomo, si getta tra le braccia del Padre, perché sa che mai Lo lascerà cadere, persino quando le apparenze diranno l'esatto contrario. E poi quella luce abbagliante, da togliere il fiato, che dialoga con la luce che Gesù ha dentro e che abbiamo anche noi. Certo, non c'è niente di più fragile di questa piccola luce che ciascuno si porta dentro. Ecco cosa è stato per i discepoli lo spettacolo della trasfigurazione: un anticipo circoscritto nel tempo e nello spazio della luce e della bellezza che è Dio. E quando ci torneranno con la memoria dopo gli eventi della Pasqua, riconosceranno che la luce, per quanto custodita nella fragilità della propria carne ferita, è più forte di ogni notte, anche la più nera, e splenderà sempre, tra le tenebre. Ecco perché non abbiamo da temere: il nostro è il Dio che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita.


PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE FEBBRAIO E INIZIO MARZO 2023
Inviato da Alba il 24/2/2023 11:40:00 (189 letture)



FINENFEBBRAIO E INIZIO MARZO 2023



Gesù viene presentato come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione. Ma Egli è anche il rappresentante del nuovo Israele che, rimette radicalmente la sua vita nelle mani di Dio. Egli è il solo di cui fidarsi. A tre riprese, Satana tenta Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà di fare miracoli e della potenza della sua fede e pretenderebbe obbligare Dio a sottomettersi a lui. Gesù resiste perché Dio è nel cuore della sua esistenza, perché Egli vive grazie alla Sua Parola, perché Egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo. La via che Gesù ci indica va controcorrente rispetto a quella che siamo abituati a percorrere. Spesso appena abbiamo un istinto lo assecondiamo, appena abbiamo un bisogno lo soddisfiamo, appena ci insultano reagiamo, appena ci sentiamo offesi attacchiamo. La via delle tentazioni è la strada che si apre davanti a noi quando scegliamo di seguire il Cristo. Gesù ci suggerisce il troncamento coraggioso e immediato dell'ascolto di Satana, attingendo invece da Lui la forza e la motivazione del nostro agire. La Quaresima ci insegna a pulire quella parte di noi inquinata dai vizi, dalle cose del mondo, dal fare comune e vedere invece le cose come le vede Dio. Egli non ci abbandona nel deserto, ma ci tende una mano per poterlo attraversare in modo diverso, controcorrente, e uscirne vincitori. Lui si fida di noi. E noi ci fidiamo di Lui? Siamo disposti a scommettere su di Lui?

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