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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MARZO 2016
Inviato da Alba il 7/3/2016 10:30:00 (1013 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




 La parabola che abbiamo letto questa settimana è forse la più nota e viene chiamata quella del Figlio prodigo, ma più recentemente viene definita quella del Padre buono. Questo Padre è tanto buono che il figlio maggiore non riesce a capirlo e lo considera ingiusto. Non capisce che la stessa bontà che dimostra per il figlio che è ritornato è disposto a manifestarla anche con lui, che si considera il figlio perfetto. I problemi più grandi Gesù li incontra con coloro che si considerano perfetti, ma che non conoscono la parola "amore". Non sanno amare, ma si ritengono a posto solo con l'osservanza più o meno precisa di precetti esteriori. Non apprezza l'amore che il Padre ha ed ha sempre avuto per lui. La parabola non ci dice se questo figlio comprenderà le parole del Padre, che esce di casa per lui, per fargli capire che cosa sia l'amore. Col peccatore è più facile, perché egli sa di avere sbagliato e ritorna disposto anche solo ad essere un salariato del Padre. Non si sa se sia pentito, ma comunque ritorna per poter sopravvivere. Anche lui non ha capito cosa significhi la parola "amore", ma forse lo intuisce quando si accorge che il Padre è sempre stato in attesa del suo ritorno , gli va incontro, lo abbraccia e lo bacia, poi esprime la sua gioia preparando una festa per lui, rivestendolo di un bell'abito e mettendogli un anello al dito. Si accorge di essere tornato in famiglia a pieno diritto e non solo un ospite o un salariato. Questa parabola è particolarmente importante in questo anno giubilare della Misericordia. Dio mi ama, attende il mio ritorno ed è pronto a festeggiare per me che ero lontano, ma anche a festeggiare per me quando mi credo vicino.


PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE FEBBRAIO E PRIMA SETTIMANA DI MARZO 2016
Inviato da Alba il 29/2/2016 15:10:00 (1386 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




Riferirono a Gesù il fatto di alcuni galilei il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Altro avvenimento di quei giorni fu il crollo della torre di Siloe che uccise diciotto persone. Prendendo spunto da questi due avvenimenti Gesù afferma che le persone colpite da quelle sventure non erano più peccatori di altri. Anche chi è innocente può subire difficoltà o persecuzioni. Siamo tutti chiamati alla conversione perché la morte, quando ci raggiungerà, non ci colga impreparati. Gesù sulla Croce ci insegna che l'innocente non ha paura di accogliere la morte.

Gesù poi narra la parabola del fico. Il padrone, dopo tre anni che vede che non dà frutto, decide di abbatterlo, ma il conduttore di quel terreno gli dice che si occuperà di quella pianta, zapperà la terra e metterà il concime. Se poi continuerà a non dare frutto lo si potrà abbattere. Questo ci dice che il Signore non ha fretta di abbattere anche noi, quando non siamo come dovremmo essere. Egli ha pazienza e usa misericordia con noi in attesa che possiamo dare frutto. Alleniamoci, dunque, per portare il nostro frutto. Ancora il Signore si prende cura di noi con pazienza. Cogliamo questa occasione, perché potrebbe essere l'ultima per noi.


PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2016
Inviato da Alba il 22/2/2016 10:40:00 (928 letture)


   PAROLA DELLA SETTIMANA




Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare. Il suo viso cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida come la neve. Due personaggi parlavano con Lui ed erano Mosè ed Elia. Gli apostoli, appesantiti dal sonno si svegliarono e videro la Sua gloria e i personaggi che parlavano con Lui. Pietro disse: «È bello per noi essere qui! Facciamo tre capanne, una per Te, una per Mosè e una per Elia». Poi venne una nube che li coprì con la sua ombra e li impaurì. Una voce dalla nube disse: «Questo è il Figlio mio, l'amato, ascoltatelo!». Terminata questa frase videro Gesù solo. In quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto e udito. Questo avvenimento sarà presente ai discepoli quando vedranno Gesù arrestato, torturato e crocifisso per ricordare loro quale gloria li aspetta se rimangono fedeli alla sequela di Gesù. La fede è un dono che abbiamo ricevuto col Battesimo, ma questa deve crescere, deve maturare. Per far questo deve essere messa in discussione, essere approfondita, ripensata, accolta. Vi possono essere momenti di buio, di dubbio o di peccato. Per seguire Cristo occorre rinnegare se stessi e accogliere la propria croce, come Gesù ha detto. La strada è spesso in salita. Dobbiamo ricordarcelo quando vogliamo trasmettere la nostra fede. A volte possiamo avere dei momenti di luce che ci aiutano a superare i momenti più duri e difficili. Sappiamo che la vita del fedele è impegnativa, ma ci porterà ad appagare ogni speranza.  



 


PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2016
Inviato da Alba il 15/2/2016 10:40:00 (1379 letture)


 PAROLA DELLA SETTIMANA

                 

Il brano del Vangelo ci presenta Gesù che viene guidato dallo Spirito nel deserto dove rimane per quaranta giorni senza mangiare. Egli ha fame e il diavolo Lo tenta: "Se sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane!". Gesù risponde che l'uomo non vive di solo pane. Il diavolo Lo conduce su un alto monte da cui poter vedere tutti i regni della terra e gli dice di essere padrone di tutto e di essere disposto a donargli ogni regno della terra se si prostrerà ad adorarlo. Gesù risponde che si deve adorare solo Dio. Infine il diavolo conduce Gesù sulla parte più alta del Tempio e gli dice di gettarsi giù, perché il Padre manderà i suoi angeli a proteggerlo, perché non si faccia alcun male. Gesù risponde che non si deve mettere alla prova il Signore. Il diavolo poi si allontana da Lui. Anche noi possiamo ricevere di queste tentazioni: voler soddisfare ad ogni costo le nostre esigenze, ottenere potere e gloria attraverso scorciatoie, mettere alla prova il Signore... Il Tempo di Quaresima è un tempo che ci deve aiutare a governare i nostri istinti e i nostri desideri esercitandoci nella fede in Dio e nella certezza che Egli ci ama. Non lasciamo trascorrere questo periodo impegnandoci solo in qualche sacrificio superficiale ed esteriore. Guardiamo invece dentro noi stessi per vedere quali sono i nostri punti deboli, le nostre debolezze, le nostre mancanze, i nostri peccati e cerchiamo, con l'aiuto di Dio di operare una purificazione interiore, per eliminare ciò che nella nostra vita non è conforme ad una persona cristiana. La Pasqua di risurrezione ci trovi diversi e più adeguati a quello che il Signore ci chiede di essere e di fare. 



 


PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2016
Inviato da Alba il 7/2/2016 21:20:00 (977 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA



 MERCOLEDÌ DELLE CENERI  - ASTINENZA E DIGIUNO

 VENERDÌ  - ASTINENZA 



Gesù si trova sulle rive del Lago di Genezaret ed è attorniato da una grande folla desiderosa di ascoltare la Sua Parola. Egli si fa ospitare in una delle due barche ferme a riva, da dove i pescatori, che non avevano preso nulla durante la notte, erano scesi a lavare le reti. Stando sulla barca Gesù insegna alla folla. Poi, terminato di parlare, Gesù invita Simone a prendere il largo per pescare. «Sulla tua parola getterò le reti» dice Simone e prende il largo. La pesca è tanto abbondante che quasi le reti si rompono. Fanno cenno agli amici dell'altra barca, i figli di Zebedeo, che li raggiungono e riempiono tanto le barche di pesci che quasi affondano. Pietro allora si getta ai piedi di Gesù, dicendo: «Allontanati da me che sono un peccatore!». Sono tutti stupiti e ammirati per quell'abbondantissima pesca. Gesù si rivolge a Simone dicendogli: «Non temere, d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Simone e i suoi soci, Giacomo e Giovanni, non esitano a lasciare tutto per seguire Gesù. Così si inaugura la Chiesa. La buona Novella è destinata a tutto il popolo, ma Gesù chiede a Simon Pietro di prendere il largo per divenire pescatore di uomini. Gli uomini dovranno essere catturati dalla predicazione degli inviati da Gesù. Impariamo da questi primi apostoli la prontezza ad abbandonare la loro vita per assumere l'incarico di diffondere la Parola di Gesù.


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