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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI APRILE 2021
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Inviato da Alba il 17/4/2021 3:40:00 (329 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
"In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Emmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro, ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane". Comincia con il racconto dei due di Emmaus, che lo hanno riconosciuto quando ha spezzato il pane, cioè quando ha rifatto quello che ha fatto nell'ultima cena, dicendo: "Fate questo in memoria di me". "Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro". "Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture". "Gesù disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni". Con conversione s'intende cambiare modo di ragionare, privilegiando il servizio al potere, come Gesù ha fatto. Il peccato è tutto ciò che mi impedisce di vedere in Dio un Padre, rendendomi orfano, solo, e costretto a vivere sulla difensiva, a costo di fare del male. Il Perdono è il dono di scoprire il volto di Dio che Gesù ci rivela. Se ho scoperto questo, questo posso testimoniare, affinché altri facciano questa scoperta.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI APRILE 2021
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Inviato da Alba il 11/4/2021 5:00:00 (375 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
Nella seconda domenica di Pasqua chiamata in albis o della divina misericordia, il testo del Vangelo ci presenta le prime apparizioni di Gesù al gruppo degli apostoli. Apparizioni del Signore risorto in mezzo agli apostoli e a fianco alla chiesa nascente, che sulla risurrezione fonderà tutto il suo messaggio. Molti, anche tra gli apostoli, non credevano nella risurrezione di Gesù. Tommaso poi, vuole toccare il Risorto con i segni della passione. Erano passati otto giorni dalla prima apparizione e non erano stati sufficienti a Tommaso per credere a quanto dicevano gli altri apostoli che già avevano visto il Signore. Il dubbio sulla risurrezione si estende al dubbio verso la Chiesa che in quel caso, con la presenza di Pietro si fa portavoce di quanto è davvero avvenuto. Il grande dilemma dell'apostolo Tommaso viene sciolto dallo stesso Gesù nella successiva apparizione, quando Tommaso avrà la possibilità verificare il tutto e professare la sua fede in Gesù risorto. Qui fede e ragione camminano insieme per arrivare all'assoluta certezza della fede che Gesù è risorto davvero e noi in Lui siamo persone risorte, cioè non più morte o aspiranti a qualsiasi altro tipo di morte. Gesù risorto è vita, grazia, gioia, speranza e misericordia per tutti. Gesù dà il mandato alla Chiesa di rimettere e perdonare i peccati per la grazia speciale concessa dal Risorto, a quanti morti al peccato, vogliono rinascere a vita nuova mediante la grazia battesimale e la penitenza sacramentale. Risorti con il Risorto, allora vuol dire che non possiamo tornare indietro, ma dobbiamo progredire sempre di più nel fare il bene e realizzare il meglio. Da risorti si vive se allontaniamo da noi tutto ciò che è morte dentro e fuori di noi, compreso il nostro dubitare su tante verità di fede, che ci allontanano da Dio, dalla Chiesa e dagli altri. La risurrezione di Cristo ci aiuti a essere strumenti di risurrezione e di speranza ai vicini e ai lontani soprattutto ai lontani dalla fede, perché anche attraverso la nostra testimonianza possano incontrare, per la prima volta Cristo o riscoprirlo dopo un breve o lungo periodo di allontanamento da Lui e dalla sua Chiesa. Confidiamo nell'aiuto di Gesù Misericordioso perché quanto di bene portiamo nel cuore lo possiamo realizzare per noi e per gli altri.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI APRILE 2021
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Inviato da Alba il 9/4/2021 9:10:00 (315 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
"Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti". Per i discepoli la Risurrezione di Gesù non è un avvenimento scontato, lo si può comprendere solo entrando nel sepolcro guidati e introdotti da Pietro e sostenuti dall'amore sincero del discepolo che Gesù amava. Anche noi amiamo correre velocemente, vorremmo comprendere tutto e subito, ma spesso e volentieri cadiamo nel grande inganno di poter fare da soli, di poter comprendere il grande mistero della Pasqua senza Pietro, senza la Chiesa e senza quell'amore pieno di desiderio che spinge Giovanni a correre veloce. Per l'intera Sacra Scrittura la Risurrezione di Gesù è un avvenimento certo. "Egli doveva risorgere dai morti". Perché Giovanni "credette", a differenza di Pietro? Tutti e due hanno visto le solite cose eppure Pietro restò perplesso, senza "ancora avere compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti", come conferma il racconto di Luca. Per comprendere abbiamo bisogno della corsa di Giovanni, del suo desiderio sincero di ritrovare Gesù dopo averlo perduto, ma abbiamo anche bisogno di Pietro perché all'inizio della sua dolorosa passione Gesù ha detto: "Pietro io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli". Chi corre veloce come Giovanni senza essere confermato da Pietro rischia di correre invano, chi invece arriva davanti al sepolcro e vede senza gli occhi del cuore rischia, come Pietro, di tornare a casa pieno di stupore per l'accaduto e nulla più. La Risurrezione del Signore segna il vero rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta oggi alla vita immortale, vita che possiamo sperimentare tutte le volte che corriamo verso Gesù, mossi dall'amore e confermati nella verità. "Veramente il Signore è risorto! Alleluja!".
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MARZO E INIZIO APRILE 2021
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Inviato da Alba il 27/3/2021 9:20:00 (358 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo». Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Alcuni si indignarono per lo spreco di profumo. Gesù disse che ella aveva unto in anticipo il suo corpo per la sepoltura. I capi dei sacerdoti gli promisero di dargli del denaro, se egli avesse consegnato loro Gesù. Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse che, una volta risorto, li avrebbe preceduti in Galilea. Gesù disse a Pietro: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri. Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"». Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con Gesù». Ma egli negò. Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Gesù, dando un forte grido, spirò. Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MARZO E INIZIO APRILE 2021
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Inviato da Alba il 17/3/2021 11:20:00 (349 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
"Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù»." Vogliono capire chi è, contemplarlo, conoscerlo veramente. "Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù". Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato". Glorificato sta per fatto conoscere, e Gesù non lo dice ai greci, ma ai discepoli, a noi. Gesù capisce che per poterlo annunciare, prima devo conoscerlo bene, e senza aver prima contemplato la sua Passione, siamo come Filippo e Andrea, che pur seguendolo da tre anni, ancora non lo conoscono. Dice Gesù: "In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". "Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà". Gesù capisce il mio disagio e mi viene incontro, come sempre, spiegandomi la convenienza di questa via, che posso seguire rispettando i miei limiti; non è una cosa che devo fare, ma che conviene provare a fare. Seguirlo significa amare e servire. Così divento servo di Dio; che è un grande onore. "Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome". Anche Gesù ha paura della sofferenza e della morte, ma ha chiaro che quella è la via maestra per rivelarci quanto è grande l'amore di Dio per noi. Gesù muore anche per i nemici. Così glorifica il nome del Padre. Contempliamo Gesù in croce e solo allora potremo parlare di un amore sovrumano; un amore capace di accogliere proprio tutti.
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