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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI OTTOBRE 2016
Inviato da Alba il 3/10/2016 15:30:00 (1033 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA

 



"Signore, accresci la nostra fede". Gesù ci dice che se avessimo una fede grande come un granello di senape, potremmo compiere grandi opere. Egli ci narra anche una piccola parabola: quando un servo torna dal suo lavoro, il padrone si mette a tavola e si fa servire. Solo dopo il servo potrà sfamarsi. Il padrone non gli dirà "grazie", perché ciò che il servo ha fatto non è altro che il suo dovere.

Anche noi, quando avremo compiuto ciò che dobbiamo fare, consideriamoci servi inutili, che non si aspettano dei ringraziamenti, perché abbiamo fatto solo il nostro dovere.
 


PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI SETTEMBRE E INIZIO DI OTTOBRE 2016
Inviato da Alba il 25/9/2016 9:20:00 (1218 letture)


 PAROLA DELLA SETTIMANA






Gesù espose ai farisei la parabola del ricco e del povero Lazzaro. Questi, tutto coperto di piaghe, stava alla porta del ricco e desiderava sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco che, vestito di porpora e di lino finissimo, si dava ogni giorno a lauti banchetti.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco, che fu mandato negli inferi fra i tormenti. Egli vide da lontano Lazzaro accanto ad Abramo e gridò: «Padre Abramo, abbi pietà di me. Manda Lazzaro ad intingere la punta di un dito per bagnarmi la lingua». Ma Abramo rispose che non era possibile passare da quel luogo agli inferi e viceversa. Allora egli chiese ad Abramo di mandare Lazzaro dai suoi fratelli e da suo padre per ammonirli, affinché non finissero anch'essi in quel luogo, ma Abramo rispose che essi avevano la parola di Mosè e dei Profeti e che dovevano ascoltare quelle. Il ricco aggiunse che l'ammonizione di uno venuto dal regno dei morti sarebbe stata utile a farli convertire. Abramo obiettò che se essi non ascoltavano Mosè e i Profeti non si sarebbero convertiti neanche se uno fosse risorto dai morti.

Anche per noi vale questa risposta: dobbiamo ascoltare Mosè e i Profeti e in modo particolare il Vangelo di Gesù Cristo.


PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2016
Inviato da Alba il 19/9/2016 17:00:00 (968 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA



 



Il Vangelo si riferisce ad un amministratore disonesto, che sperpera gli averi del suo padrone. Questi, venutolo a sapere, gli chiede conto del suo modo di agire e gli annuncia che gli toglierà l'amministrazione dei suoi averi. L'amministratore allora cerca degli amici che lo accolgano quando non avrà più quel lavoro e li cerca tra i debitori del suo padrone. Li chiama uno ad uno e fa modificare le loro ricevute. A chi doveva dare cento barili di olio fa scrivere cinquanta; a chi doveva dare cento denari fa scrivere ottanta... Stranamente il padrone loda quell'amministratore disonesto, perché ne apprezza la scaltrezza nel farsi degli amici. Gesù dice che tutti dovremmo pensare al futuro e farci degli amici. A noi è chiesto di essere scaltri, così da farci degli amici in cielo, per poter essere accolti nelle dimore eterne al termine della nostra vita terrena. Se aiuteremo i poveri condividendo le nostre ricchezze, invece di attaccarci al denaro, potremo salvare la nostra vita. Non possiamo servire Dio e insieme la ricchezza; è necessario fare una scelta precisa. 


PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2016
Inviato da Alba il 12/9/2016 17:50:00 (937 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




Le parabole del Vangelo di oggi indicano anzitutto la gioia di aver ritrovato qualcosa che si era perduto. Si parla della pecorella smarrita, che l'allevatore riporta all'ovile portandosela sulle spalle; si tratta anche della moneta che una donna aveva perduto e che ha ritrovato e fa festa con le vicine. Si parla poi anche di un figlio perduto e della gioia di ritrovarlo. Un figlio che chiede al padre quella parte dei suoi beni che normalmente ci spetta alla morte del genitore. Il padre, nonostante tutto, divide le sue sostanze e dà al figlio una parte. Il figlio esce di casa e se ne va lontano sprecando tutto in modo dissoluto, fino a trovarsi povero e bisognoso di trovare un lavoro per potersi sfamare. Trova un posto come guardiano di porci e manca del cibo necessario. Ripensando alla casa di suo padre, riflette sul fatto che i suoi salariati  stanno meglio di lui. Decide di tornare a casa, accontentandosi di essere trattato come uno dei salariati del padre. Quando sta per raggiungere la casa del padre, questi gli va incontro e lo abbraccia. Non gli lascia nemmeno dire che si accontenta di essere trattato come un servo. Lo accoglie come si accoglie un figlio, anzi organizza una grande festa in suo onore: fa uccidere il vitello grasso per preparare una grande cena. Tutto è gioia, ma arriva a casa dai campi il fratello maggiore che sente la musica e vede tutto quel movimento. Quando apprende il motivo di quella festa rimane colpito negativamente e si rifiuta di entrare. Il padre gli va incontro e gli spiega la sua gioia per il ritorno del figlio che era stato tanto tempo lontano, ma egli, invece di festeggiare col padre quel ritorno e di gioire per la ritrovata gioia del padre, si lamenta di non aver mai avuto dal padre nemmeno un capretto per far festa con i suoi amici, lui che lo ha servito sempre. Non si è mai accorto, infatti, di essere padrone di tutto insieme al padre e di averlo sempre avuto con sé. Non riesce a rallegrarsi col padre, del quale non ha percepito la sofferenza degli anni trascorsi quando il figlio minore era lontano. Non si accorge nemmeno di essere lui stesso, nonostante le apparenze, un figlio lontano.


PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2016
Inviato da Alba il 5/9/2016 17:40:00 (1093 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




C'era una folla numerosa che seguiva Gesù ed Egli disse loro che la condizione per seguirlo era di amarlo più di ogni altra cosa e più di ogni altra persona, ivi compresi genitori, figli, fratelli e sorelle ed anche più della propria vita. Chi di noi dunque può seguirlo? E qui non dice di ereditare il Regno, ma solo di seguirlo come discepoli per fare un cammino guidato da Lui. Egli aggiunge: "Chi non prende la propria croce e non la porta dietro di me, non può essere mio discepolo". Detto questo fa due esempi per far comprendere che si devono valutare le situazioni, prima di decidere qualcosa. Ad esempio, chi vuol costruire una torre calcolerà e progetterà per poter compiere il lavoro fino alla fine. L'altro esempio è quello di un re che, prima di andare in guerra contro un altro re, valuterà se ha un numero sufficiente di uomini per affrontare l'altro esercito, altrimenti manderà dei messaggeri per chiedere la pace.

Se noi dunque scegliamo di seguire il Signore, conosciamo fin dall'inizio le condizioni e faremo la nostra scelta ben illuminati, sapendo che ci attende un cammino impegnativo, ma sapendo anche che il dono finale sarà la vita eterna e questa vale qualunque difficoltà, qualunque sacrificio e qualunque impegno. Chiediamo al Signore che illumini il nostro cuore e la nostra mente, perché sappiamo fare con lucidità la nostra scelta.
 


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