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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI NOVEMBRE 2016
Inviato da Alba il 7/11/2016 10:40:00 (1231 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




I sadducei, che non credono nella risurrezione, vogliono mettere in crisi Gesù e gli raccontano di sette fratelli che muoiono senza figli, dopo aver sposato uno dopo l'altro la stessa donna. Chiedono di chi questa sarà la moglie alla risurrezione. Gesù afferma che i risorti non vivono nella condizione di oggi su questa terra e non prendono né moglie né marito. Infatti Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi. Anche Mosé lo ha annunciato dicendo che Dio è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, che possiedono la vita. Ricordiamo anche noi che Dio è il Dio dei viventi e noi siamo vivi quando siamo in Grazia di Dio. Questa vita ci può essere ridata, se persa col peccato grave, attraverso il Sacramento della Confessione.  


PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE OTTOBRE E INIZIO NOVEMBRE 2016
Inviato da Alba il 31/10/2016 12:10:00 (1122 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA







Gesù entra nella città di Gerico e un Capo dei pubblicani di nome Zaccheo, un uomo ricco, cerca di vederlo. Essendo piccolo di statura, sale su un sicomoro che si trova sulla strada che Gesù sta percorrendo, per poterlo vedere. Gesù, giunto sul luogo, alza lo sguardo e lo invita a scendere, perché vuole fermarsi a casa sua. Zaccheo scende e, pieno di gioia, ospita Gesù. La folla mormora contro Gesù, dicendo che è andato ospite di un peccatore.

Zaccheo, entrato in se stesso, dice a Gesù che darà la metà dei suoi beni ai poveri e, se ha frodato qualcuno, restituirà il quadruplo. Gesù afferma che la salvezza è entrata in quella casa.

La presenza di Gesù ha trasformato quell'uomo, infatti Gesù è venuto a cercare e a salvare chi era perduto.

Lasciamoci anche noi incontrare e trasformare da Gesù.
 


PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI OTTOBRE 2016
Inviato da Alba il 24/10/2016 16:40:00 (1141 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA






«Grazie, Signore, perché io non sono come gli altri uomini, che sono peccatori, io invece...». Questa è la preghiera del fariseo, che non vede i propri difetti, le proprie colpe e i propri peccati, ma si sente perfetto, perché osserva le leggi e i rituali. Gli manca solo di mettere il cuore in quello che fa. Egli non ama e non vede quante cose belle e buone potrebbe fare, se amasse Dio e i fratelli. Inoltre aggiunge la colpa di essere un denigratore degli altri. Il pubblicano, invece, si china davanti a Dio e si batte il petto, perché vede le proprie colpe e i propri difetti. Di queste chiede perdono a Dio. Gesù dice che questo torna a casa giustificato e l'altro no. Esaminiamoci anche noi per accorgerci se siamo come il fariseo o come il pubblicano. E' bene imparare a fare l'esame della propria coscienza e non di quella degli altri, chiedendo sinceramente perdono al Signore dei propri peccati ed accostandoci frequentemente al Sacramento della Confessione, che può darci, se siamo veramente pentiti, il perdono di Dio.


PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI OTTOBRE 2016
Inviato da Alba il 16/10/2016 18:40:00 (1031 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA











Si parla di preghiera costante, insistente, fiduciosa. Quella rivolta agli uomini a volte risulta fastidiosa, tuttavia viene esaudita pur di farla smettere. La preghiera rivolta al Signore, il quale ci ama, viene accolta con prontezza e sollecitudine, per donarci la pace e la consolazione di vederci esauditi. Non stanchiamoci di rivolgere la nostra preghiera a Dio, sia da soli che in gruppo o in famiglia. Il Signore ci esaudirà se la nostra richiesta è buona. L'importante è avere fede; senza questa non avremo neanche la costanza per pregare e pregare con insistenza.
 


PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI OTTOBRE 2016
Inviato da Alba il 10/10/2016 11:50:00 (949 letture)


PAROLA DELLA SETTIMANA




Dieci lebbrosi si fanno incontro a Gesù e si fermano regolarmente a distanza. Gli chiedono di aver pietà di loro; evidentemente avevano sentito parlare di Lui. Gesù li invita ad andare a presentarsi ai sacerdoti, i quali dovevano attestare la loro guarigione e reinserirli in società. Mentre andavano si trovarono guariti dalla lebbra. Uno di loro, un Samaritano, cioè uno straniero, tornò indietro, si avvicinò a Gesù e si prostrò davanti a Lui, ringraziandolo per il dono della guarigione. Gesù gli disse che la sua fede lo aveva salvato, però notò che solo quello straniero aveva sentito il bisogno di ringraziarlo, mentre gli altri nove non avevano avuto quel pensiero doveroso.



Possiamo paragonare la lebbra al peccato; anche questo è contagioso e ci porta fuori dalla comunione con i fratelli di fede. Gesù ha istituito un Sacramento, quello della Confessione, per riammetterci nella comunione con la Chiesa. Accostiamoci, pentiti, a questo Sacramento col quale il Sacerdote, ministro del sacramento, ci dona il perdono di Dio e ci ammette nuovamente alla comunione con i fratelli e allo stesso tempo alla Comunione Sacramentale. Ringraziamo il Signore per questo grande dono. 


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