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PREGHIERE : NOVENA DI NATALE 24 DICEMBRE 2021
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Inviato da Alba il 27/9/2021 21:00:00 (342 letture) |
NOVENA DI NATALE 24 DICEMBRE 2021
L’esempio dei santi Magi, rappresentanti dei cercatori della verità, ispiri il nostro incontro con Te che vieni a visitarci, ci renda pronti a vivere l’esistenza come esodo, sproni sempre il nostro cammino verso Te, Luce vera che viene dall’alto. G - PRIMO MOMENTO: IL DONO DELLA MIRRA
L 1 - Quanta sofferenza, quante paure stringono il mondo, e quante domande crescono nel cuore degli uomini. Visitati dal dolore, se non T’invochiamo Signore corriamo verso le braccia di quella disperazione, che attanaglia chi si lascia sedurre dalla sfiducia.Guerre e ingiustizia, fame e pestilenze, omicidi ed orrori. Dura è la sofferenza, amara è la morte, amara come mirra, quella mirra offerta al Bambino nato a Betlemme per dare risposta alle implorazioni del mondo. Silenzio orante G - Signore Dio nostro, custode della casa di Israele, ci hai donato la speranza nel Tuo Figlio Gesù, nato nell’umiltà a Betlemme, dove ricevette in dono la Mirra, quale segno profetico di futura sofferenza e sepoltura, ascolta, Ti preghiamo, il grido dell’umanità che cerca senso e risposte ai suoi tanti perché. Illuminaci con quella stessa luce che brillò e guidò il cammino dei santi Magi verso il Figlio del Dio Altissimo.L 2 - ORAZIONE Affrettati, non tardare, Signore Gesù: la tua venuta dia conforto e speranza a coloro che confidano nel tuo amore misericordioso.Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, Tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
G - SECONDO MOMENTO: IL DONO DELL’ORO
L 3 - Oro ricevette il Figlio di Dio, anche se nato umile nella famiglia umana. Oro della regalità e segno della guida, oro della responsabilità e dell’impegno nel governo delle cose di questo mondo. E’ in questo segno che vogliamo presentarti, Signore, tutti coloro che da laici impegnati nel mondo pongono se stessi a servizio degli altri. Silenzio orante G - Signore Dio, guida della casa di Israele, nostro re e legislatore, artefice di ogni cosa e dispensatore di ogni bene, sorreggi l’impegno di quanti chiami alla costruzione della città degli uomini, con la guida e il sostegno della tua Parola, affinché i passi di tutti giungano all’incontro con il Cristo Redentore del mondo.
L 4 - Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». L 5 - Dall’Esortazione apostolica Christifideles laici Certamente urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali. Ora i fedeli laici, in forza della loro partecipazione all'ufficio profetico di Cristo, sono pienamente coinvolti in questo compito della Chiesa. Ad essi tocca, in particolare, testimoniare come la fede cristiana costituisca l'unica risposta pienamente valida, più o meno coscientemente da tutti percepita e invocata, dei problemi e delle speranze che la vita pone ad ogni uomo e ad ogni società. Ciò sarà possibile se i fedeli laici sapranno superare in se stessi la frattura tra il Vangelo e la vita, ricomponendo nella loro quotidiana attività in famiglia, sul lavoro e nella società, l'unità d'una vita che nel Vangelo trova ispirazione e forza per realizzarsi in pienezza.L 6 - A tutti gli uomini contemporanei ripeto, ancora una volta, il grido appassionato con il quale ho iniziato il mio servizio pastorale: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa "cosa è dentro l'uomo". Solo Lui lo sa! Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. E' invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
L 7 - Permettete, quindi - vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia - permettete a Cristo di parlare all'uomo. Solo Lui ha parole di vita, sì! di vita eterna». Spalancare le porte a Cristo, accoglierlo nello spazio della propria umanità non è affatto una minaccia per l'uomo, bensì è l'unica strada da percorrere se si vuole riconoscere l'uomo nell'intera sua verità ed esaltarlo nei suoi valori. Sarà la sintesi vitale che i fedeli laici sapranno operare tra il Vangelo e i doveri quotidiani della vita la più splendida e convincente testimonianza che, non la paura, ma la ricerca e l'adesione a Cristo sono il fattore determinante perché l'uomo viva e cresca, e perché si costituiscano nuovi modi di vivere più conformi alla dignità umana. L'uomo è amato da Dio! E' questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all'uomo. La parola e la vita di ciascun cristiano possono e devono far risuonare questo annuncio: Dio ti ama, Cristo è venuto per te, per te Cristo è «Via, Verità, Vita!» L 8 – RIFLESSIONE Noi fedeli laici siamo chiamati a comprendere e a vivere praticamente una verità fondamentale: che non c’è frattura tra la vita civile, la vita sociale, la vita privata, il lavoro, lo studio, e la vita pubblica col Vangelo. Chi ci ha donato la Parola è lo stesso Dio che ha creato noi con illuminata e irraggiungibile saggezza. E Dio non può contraddire Se stesso: non sarebbe Dio. La nostra vita non viene diminuita se è ispirata al Vangelo, ma anzi proprio così trova la sua massima e migliore realizzazione, perché risponde al disegno di Dio su di noi che non è fondato sulla trasgressione come a noi a volte sembra la via migliore. Fidiamoci di Dio: è Lui che ci conosce nell’intimo e ci ispira attraverso lo Spirito Santo. E’ Lui che ci indirizza per il meglio per noi e per tutti i fratelli sia in questa vita, che prima o poi passa, sia ancor di più per la vita futura dove Egli desidera accoglierci in un abbraccio senza fine. Rivolgiamoci a Maria, che ha adempiuto al cento per cento il progetto di Dio nella Sua vita, per il bene suo, ma soprattutto per donarci il Salvatore, quindi con un’apertura di cuore che ha raggiunto ciascuno di noi , suoi figli amati: impariamo a pregare non solo con le labbra, ma con la partecipazione del nostro cuore, della nostra mente, della nostra intelligenza, della nostra libertà e della nostra volontà. (Impariamo questa preghiera che sarebbe bene recitare ogni mattina)
L 1 - Vergine Immacolata, Madre mia Maria, io rinnovo a Te, oggi e per sempre,
la consacrazione di tutto me stesso, perché Tu disponga di me
per il bene delle anime. Solo Ti chiedo,
o mia Regina e Madre della Chiesa,
di cooperare fedelmente alla Tua Missione,
per l’avvento del Regno di Gesù nel mondo.
Ti offro pertanto, o Cuore Immacolato di Maria,
le preghiere, le azioni, le gioie, le sofferenze
e i sacrifici di questo giorno,
perché io scopra i doni elargiti dallo Spirito Santonel Sacramento della Confermazionee li metta in opera a beneficio dei fratelli,perché, radicato nella carità,
io diventi capace di servire con umiltà i fratelli
e perché io sia sempre disposto
a desiderare che si compiala Volontà di Dio in me e nei fratelli. AmenG - TERZO MOMENTO: IL DONO DELL’INCENSO
A te Signore della storia, Principe della pace, Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, scettro della casa di Israele, splendore della luce eterna, speranza e salvezza dei popoli, Tu Verità che tiene fede alle promesse antiche, accogli il profumo dell’incenso attraverso il quale Ti adoriamo e Ti riconosciamo nostro Dio e Signore e concedi ai fedeli laici, che vivono la loro quotidiana esperienza al servizio della comunità umana, di spandere il tuo soave profumo tra i fratelli e di portare nelle realtà terrestri l’autentico Spirito del Cristo, per l’edificazione del Regno. Amen
L 2 - (Antifona del giorno) È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato: il potere riposa sulle sue spalle, il suo nome sarà: messaggero di un grande disegno.
G - Affrettati, non tardare Signore del mondo, Tu che conduci la storia al suo compimento, nel regno di pace infinita: concedici di volgere fiduciosi lo sguardo a Te e di desiderare con ardore la venuta del Tuo Figlio. Egli è con Te e lo Spirito Santo il Benedetto nei secoli dei secoli. Amen
G - Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen
CANTO FINALE
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE SETTEMBRE E INIZIO OTTOBRE 2021
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Inviato da Alba il 25/9/2021 5:40:00 (368 letture) |
Giovanni disse a Gesù di aver visto uno che scacciava demòni nel suo nome e voleva impedirglielo, perché non li seguiva. Ma Gesù disse di non impedirglielo, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel suo nome e subito possa parlare male di lui: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel suo nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il fuoco non si estingue. Ognuno di noi è responsabile di comportamenti buoni o di azioni cattive. Ma c'è un orizzonte uguale per tutti: la nostra morte fisica. La morte è l'unica certezza del futuro e può arrivare in qualsiasi momento. Al suo arrivo, non c'è più nulla da sperare per tutti i nostri progetti immediati. Ci sono molte persone che, quando arriva una grave malattia o si trovano di fronte alla morte imminente, si rendono conto di aver usato la loro libertà solo per soddisfare il loro egoismo e raggiungere mete puramente terrene. C'è un orizzonte che inizia qui ed ora, ma si raggiunge pienamente oltre la soglia della nostra morte: è il regno del Padre. Questo regno è una bella esperienza di comunione. Possiamo veramente sperimentare di sentire, tutti insieme, la gioia di essere figli dello stesso "Abbà" per il dono dello Spirito Santo che già abita nel tempio vivo del nostro fragile e vulnerabile corpo umano. Questa fantastica esperienza di comunione ci è stata offerta quando Gesù Cristo, l'eterno Figlio del Padre, si è fatto uomo come noi, è stato crocifisso, è morto per tutti noi e per la nostra salvezza ed è stato risuscitato per volere del Padre e ad opera dello Spirito Santo. Tutti voi che siete stati battezzati siete stati vestiti in Cristo. Se decidiamo che la meta del cammino della nostra vita sia il regno del Padre, ciò si realizza perché davanti ai nostri occhi, fuori di noi, scegliamo di avere la Parola di Dio e il nostro sguardo interiore si concentrerà solo su Cristo morto e risorto. Se scegliamo la lettura orante della parola di Dio, lo Spirito Santo in noi ci porta ad avere Gesù Cristo al centro del nostro cuore e a vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo la nostra vita quotidiana. Scartando la parola di Dio come oggetto principale del nostro sguardo, gettiamo lo sguardo sul denaro, sui piaceri dei nostri istinti egoistici, sulla ricerca del benessere individuale; trasformiamo in idoli il nostro lavoro, i nostri progetti, la nostra famiglia e il nostro popolo.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2021
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Inviato da Alba il 18/9/2021 5:30:00 (370 letture) |
Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma Egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro che il Figlio dell'uomo verrà consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro di che cosa discutessero per la strada. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro che se uno vuole essere il primo, dovrà essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro che chi accoglie uno solo di quei bambini nel suo nome, accoglie lui; e chi accoglie lui accoglie Colui che lo ha mandato. Il santo Battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi al suo sacrificio. Questa è la radice della nostra esistenza cristiana, la sua sorgente profonda: il frutto deve essere l'umiltà e l'esistenza che ne sgorga deve essere un'esistenza donata nel servizio. È questo un punto centrale della vita cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle "precedenze" è completamente rovesciata: il primo è colui che si fa il servo di tutti, come Gesù, il cui primato è stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla croce. La vera dignità è nella possibilità offerta all'uomo di imitare l'umiltà del Verbo Incarnato. La Scrittura offre una garanzia inequivocabile: proprio i derelitti e gli abbandonati sono i prediletti del Signore, che alla fine darà a ciascuno secondo i suoi meriti, esaltando i piccoli e gli ultimi semplicemente perché accettano il loro stato di umili sottomessi e deferenti, che li mette in condizioni di fedeltà perenne a lui. Solo gli umili e i semplici, e per ciò stesso gli onesti e gli irreprensibili dispongono di tutte quelle caratteristiche per essere graditi a Dio e di meritare la sua ricompensa nella vita presente e nella dimensione futura di eternità. Il giusto è condannato a soffrire le umiliazioni altrui in questa vita, è costretto a soccombere e a tacere di fronte alle difficoltà, ma qualora non perda la speranza, otterrà il premio proporzionato alle pene a cui è costretto.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2021
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Inviato da Alba il 11/9/2021 6:20:00 (770 letture) |
Gesù partì con i suoi discepoli e chiese loro che cosa la gente dicesse di lui, ed essi gli risposero che qualcuno diceva che era Giovanni il Battista, altri Elìa e altri uno dei profeti. Gesù chiese ancora che cosa dicessero loro di lui. Pietro gli rispose che Egli era il Cristo. Gesù ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo, ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse che non pensava secondo Dio, ma secondo satana e secondo gli uomini. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli disse loro che, se qualcuno voleva andare dietro a lui, doveva rinnegare se stesso, prendere la sua croce e seguirlo. Aggiunse che chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa sua e del Vangelo, la salverà. Gesù, prendendo su di sé la nostra maledizione, ci restituì la benedizione dovuta ai figli di Dio. Infatti distruggendo con la morte di Croce il nostro peccato ci rivestì della sua benedizione, in modo che ora, Dio Padre, guardandoci ci vede rivestiti di Cristo, ci vede come il Figlio prediletto. Il Battesimo e la vita sacramentale operano proprio questo cambiamento in noi: da maledetti ci rendono benedetti. E ci rendono benedetti perché i sacramenti ci ridanno quella grazia che perdiamo se malauguratamente pecchiamo nuovamente. Quindi ora noi siamo posizionati in Cristo, rivestiti della sua giustizia.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2021
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Inviato da Alba il 4/9/2021 7:40:00 (554 letture) |
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea nel territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano che aveva fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti. Per avvicinarsi a Gesù si devono fare alcuni passi, di cui il primo è di aprirsi alla solidarietà degli altri nella nostra condizione di povertà. Altri ci introducono a Gesù, ci fanno conoscere e amare Gesù all'interno di una comunità. Siamo grati che le persone solidali ci hanno aiutato a centrare la nostra vita su Gesù. Il secondo passo è di aprirsi all'azione di Gesù che ci chiama all'incontro personale con lui. Sentiamo di essere amati da Dio proprio come siamo in questa fase della nostra vita! Ma per sentire che Gesù è davvero al nostro fianco, accettiamo l'invito a stare con Lui nell'intimità della nostra preghiera, fuori dal caos del viavai delle faccende e delle relazioni quotidiane. Possiamo scegliere di vivere facendo l'opzione preferenziale per i poveri perché abbiamo già sperimentato di essere veramente amati da Dio così come siamo nell'intimità della nostra preghiera. Il terzo passo consiste nell'aprirsi all'azione di Gesù che ci dona lo Spirito Santo. La potenza divina dello Spirito Santo che agisce guidando le parole di Gesù e compiendo i suoi segni della liberazione, e che avrebbe risuscitato il corpo crocifisso di Gesù, posto sulla pietra del sepolcro, andò a toccare il corpo di quell'uomo nelle orecchie e nella lingua, là dove era necessario operare la guarigione. Il quarto passo consiste nell'aprirsi all'azione del Padre che ci restituisce alla comunione e ci manda in missione. Come quell'uomo, anche noi vogliamo uscire, vogliamo aprirci e parlare apertamente con gioia, annunciando che la pienezza della nostra vita sta nella comunione e nel rispetto reciproco, a partire dai più poveri.
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