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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2022
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Inviato da Alba il 11/2/2022 13:00:00 (268 letture) |
Nel Vangelo di Luca, le beatitudini si rivolgono a coloro che hanno già scelto il Signore, ai discepoli. Seguirlo significa abbandonare tutto, rinunciare agli agi, essere detestati, allontanati dalle cerchie del potere, dai soldi e dall'onore. Il Vangelo di oggi riporta le Beatitudini, che trasformano le vedute normali dell'uomo per mostrare quello che la Parola di Dio suggerisce. Gesù aveva appena scelto i dodici apostoli, per vivere in atteggiamento di preghiera quella scelta importantissima del gruppo che sarebbe diventato, dopo la sua morte e risurrezione e sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, la base solida dell'edificazione della Chiesa, che avrebbe avuto in lui, morto e risuscitato, la sua pietra angolare. Pensando ai ricchi, «che hanno già la loro consolazione», Gesù li mette in guardia su tre atteggiamenti, che danno l'illusione della felicità, ma portano al fallimento e all'inutilità nella loro vita: l'attaccamento avido ai beni materiali a causa dell'idolatria del denaro, la ricerca insaziabile di soddisfare i propri desideri egoistici, rincorrendo tutti i piaceri della carne, sapendo che il denaro permette di fare ciò che si vuole. Mentre i poveri trovano luce e forza nella parola di Dio, i ricchi entrano nei circoli di coloro che progettano i propri interessi, e facilmente deridono e giudicano male le persone più umili. Devo trovare il senso della Parola di Dio, pregandola e meditandola giorno e notte incessantemente. Gesù ha parole di saggezza e un insegnamento di amore per i ricchi. Gesù parla con amore, lamentando, senza condannare e senza voler punire, i ricchi che hanno abbondanza e cercano la lode degli altri. Tutto è vanità, perché tutto passa, di questa esistenza che conduciamo sotto il sole. Che senso ha spendere tutte le energie della tua vita per aumentare la proprietà della terra, accumulare denaro in banca, dare la priorità al lavoro redditizio a dispetto delle relazioni familiari, della giustizia sociale e della cura per tutta l'opera della creazione? Quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Se esaminiamo i Vangeli, scopriamo che Gesù ha parole forti contro l'attaccamento dei cuori umani all'idolatria del denaro. Gesù chiamò Matteo il pubblicano per diventare uno dei dodici. Matteo, come tutti i pubblicani, era "malato" per il suo attaccamento al denaro, ma lasciò tutto e seguì Gesù. Gesù ha uno sguardo preferenziale verso i poveri. Egli parla con amore, guardando con affetto e preferenza ai poveri che hanno fame e piangono. Essi scopriranno di essere i figli prediletti del Padre, rivolgendo il loro cuore e la loro mente alla lettura orante della Parola di Dio. Comprendono che è importante cercare il Regno di Dio, sapendo che tutto ciò che è necessario alla vita gli sarà dato abbondantemente e il loro pianto si trasformerà in sorriso.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2022
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Inviato da Alba il 5/2/2022 7:40:00 (259 letture) |
Prima di essere la pietra su cui Cristo avrebbe fondato la sua Chiesa, Simon Pietro è stato colui che ha percorso per intero il cammino pieno di passione impulsiva ed insieme di incertezze verso il suo Signore. Egli è stato in questo modo colui che ha percorso, prima di noi, l'itinerario che a ciascuno di noi è chiesto di percorrere. Simone era un pescatore: ciascuno ha il suo lavoro e a ciascuno può capitare di faticare nel buio di tante notti e di non prendere nulla. Ma interviene quella Presenza che chiede di lavorare sulla sua parola, cioè di vivere la propria esistenza all'interno di quell'avvenimento potente che è Cristo Signore e allora il nostro lavoro e la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima conosciuta. In questo stesso momento ciascuno di noi percepisce la propria distanza da quell'abbraccio misericordioso ed insieme la propria estrema vicinanza. Non saremo chiamati a fare altre cose, ma a farle per un altro scopo. Così Pietro continuerà ad essere pescatore, ma da allora in poi sarà pescatore di uomini. «Per grazia di Dio sono quello che sono e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi ho faticato più di tutti loro, non io però ma la grazia di Dio che è in me» Interessante e ardito questo modo in cui il grande Apostolo Paolo parla di sè. La sua è una espressione forte, lontanissima da certe dichiarazioni di falsa umiltà in cui il cristiano di nome asserisce di essere peggio di niente. Signore, rendimi umile nel cuore come Paolo. Se c'è qualcosa di bello, di buono, di utile agli altri, non voglio negarlo; rendimi però verace e trasparente; sì, quel che di positivo c'è in me è tuo continuo dono. Che io non me ne appropri ma lodi e ringrazi il Signore, servendomene per migliorare me e fare del bene al mio prossimo. Essere se stessi secondo il Vangelo è scavare a fondo fino a scoprire il dono insostituibile che esiste in ogni essere. Grazie a quel dono specifico, che non coincide col dono di nessun altro, l'uomo si realizza in Dio.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE GENNAIO E INIZIO FEBBRAIO 2022
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Inviato da Alba il 28/1/2022 10:20:00 (271 letture) |
A Nazaret gli uomini rifiutano Gesù, perché chiede un cambiamento radicale di vita, di abitudini, di mentalità. Allora trovano tanti pretesti per sfuggire ai suoi ammonimenti. Il mondo ha bisogno di profeti del Vangelo, oggi più di ieri. Anch'io sono invitato a testimoniare il Vangelo con la vita e la parola, in tutte le situazioni di ogni giorno: famiglia, lavoro, scuola, conversazioni, impegno di carità e attenzione all'uomo. Debbo chiedermi: chissà se la gente che mi avvicina riceve da me uno stimolo al bene? Ma prima ancora mi pongo questa domanda: come accolgo Gesù, che ogni giorno m'invita alla conversione? I miei criteri di giudizio e di scelta, non entrano in crisi quando leggo il Vangelo? È una verifica che dovrei fare con serietà, nella preghiera. Altrimenti, a cosa serve dirsi cristiano, se poi rifiuto ogni giorno l'invito di Gesù alla conversione? Gesù disse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova di Sarèpta di Sidòne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. La storia della salvezza è la storia dell'amore di Dio per l'umanità, che giunge a pienezza in Gesù, venuto a "sposare" l'umanità. Il suo progetto di salvezza si realizza anzitutto attraverso la sua parola che compie le profezie, proclamando l'anno di grazia del Signore, cioè la salvezza preannunciata dai profeti. I concittadini di Gesù sono meravigliati delle "parole di grazia" che escono dalla sua bocca. Solo che a loro interessa non di comprendere il suo messaggio, ma di avere interessi concreti dalla sua fama; pensano ai vantaggi materiali da ottenere dal fatto di avere un concittadino importante. Gesù se ne rende conto e li delude; citando la vicenda del profeta Elia, annuncia la verità della sua missione: lui non è venuto per piccoli interessi locali, ma per una scelta d'amore verso tutta l'umanità, a partire dalle categorie più povere e sofferenti della società, le vedove e i lebbrosi. L'entusiasmo iniziale dei nazaretani si tramuta in odio, al punto di tentare perfino di ucciderlo.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI GENNAIO 2022
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Inviato da Alba il 22/1/2022 7:00:00 (398 letture) |
Gesù opera con la potenza di Dio, difatti lo Spirito è su di Lui. La sua non sarà un'opera umana, meno che mai politica, ma la rivelazione del progetto di Dio. La sua missione è quella di accogliere misericordiosamente tutti gli uomini per liberarli. È il compimento della profezia di Isaia e Gesù se ne appropria. A Nazaret, quel sabato, Gesù annuncia il tempo nuovo che non avrebbe più avuto per protagonista l'uomo, ma "Dio fatto uomo". La gente della sinagoga sente allora con chiarezza dell'inizio di "un anno della grazia del Signore". In sostanza il Vangelo dice: non sono gli ordinamenti umani a salvare l'umanità, ma lo Spirito del Signore. C'è tanta speranza, perché ci assicura che lo Spirito è su Gesù e, perciò, su tutti quelli che fanno comunione con Lui. Questo riguarda l'oggi: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi ascoltate". L'oggi storico di Gesù diventa, per la forza dello Spirito, l'oggi liturgico della Chiesa, quello di ogni Santa Messa. La predica di Nazaret diventa oggi storia nostra. Gesù legge, poi in tutta umiltà, riavvolge il rotolo, lo consegna e si siede. Non cerca approvazione alcuna, Lui, l'inviato di Dio; annuncia la buona notizia e poi si mette da parte, si siede e tace. Tuttavia ciò che è stato annunciato ha risvegliato negli ascoltatori una sete e una fame mai soddisfatte. La Parola diventa viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI GENNAIO 2022
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Inviato da Alba il 15/1/2022 8:10:00 (232 letture) |
L'unico e medesimo Spirito distribuisce i doni a ciascuno come vuole. Oggi la Liturgia ci fa un grande regalo, mentre muoviamo i primi passi nel Tempo Ordinario. Ci viene subito incontro Maria, la Madre di Gesù, nel racconto evangelico delle Nozze di Cana. Attraverso questo episodio l'evangelista Giovanni già ci fa intravedere quella missione materna che Gesù affiderà a Maria alla fine del Vangelo, donandola come Madre alla Chiesa nella persona del discepolo amato. Maria non ha dubbi: Gesù interverrà. Ma non da solo. Avrà bisogno dell'obbedienza di quei servitori, della loro fatica nel riempire e portare le anfore, non certo leggere, se piene d'acqua fino all'orlo, avendo da ottanta a centoventi litri di capacità! Gesù ha bisogno di noi per compiere prodigi e miracoli. Bisogna bussare al Cuore di Dio con la fiducia dei figli. Bisogna dire ogni giorno il nostro Sì "a quello che Lui ci dirà", e partecipare senza riserve alla sua Opera di salvezza, ciascuno secondo la manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune. Possa Dio nella sua infinita misericordia compiere ancora il suo Miracolo: la nostra fede; affinché anche oggi nel nostro cuore, nelle nostre case, nei nostri ambienti, nelle nostre strade e nelle nostre chiese si possa vedere e testimoniare che Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui.
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