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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MAGGIO E INIZIO GIUGNO 2022
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Inviato da Alba il 28/5/2022 13:10:00 (389 letture) |
È attraverso la catechesi del Signore risuscitato, che i discepoli capiscono che il Messia doveva soffrire e risuscitare dai morti. Era il disegno di Dio manifestato nelle Scritture. Il senso della croce e dell'accompagnamento dei discepoli sulla croce, si scontra con l'intelligenza, con il cuore e con i progetti dell'uomo. Affinché i discepoli possano essere i testimoni autorizzati di Gesù Cristo, non solo devono comprendere la sua morte redentrice, ma anche ricevere lo Spirito Santo. Gesù si separa dai discepoli benedicendoli e affidandoli alla protezione di Dio Padre. Sono collegati l'Ascensione del Signore al cielo e l'invio dello Spirito Santo. I discepoli diventano dei testimoni coraggiosi in attesa del ritorno di Gesù. Lo Spirito Santo aumenterà la potenza della parola del predicatore e aprirà l'intelligenza degli ascoltatori. Nonostante la vita fragile dei missionari, essi saranno una testimonianza eloquente di Gesù Cristo morto sulla croce e vivo per sempre. Nel mondo, al fianco dei discepoli, lo Spirito Santo sarà il grande Testimone di Gesù.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI MAGGIO 2022
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Inviato da Alba il 21/5/2022 17:20:00 (227 letture) |
San Giovanni attira la nostra attenzione sul fatto che noi non dobbiamo lasciarci accecare dalle parole e dobbiamo tenere conto soprattutto dello Spirito nel quale esse sono dette. Dio ci ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci la sua volontà. Il suo Spirito ci insegna anche a penetrare il senso delle parole. Possiamo allora rivolgerci a Lui quando siamo disorientati, quando ci sentiamo deboli, quando non sappiamo più cosa fare. È un aiuto al quale possiamo ricorrere quando ci aspettano decisioni difficili da prendere. Ha detto Gesù: il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Egli parla con la sovrabbondanza di un cuore colmo d'amore, e ci parla di come l'amore possa scaturire solo da un cuore aperto all'accoglienza. L'amore è l'unica condizione per cui l'uomo possa affidarsi, riposare nella verità, decidersi ed assumere un orientamento di vita. L'amore può essere soltanto un dono, che Dio gratuitamente ci porge. Lo accogliamo, lo riconosciamo e ne godiamo. Gesù è il nostro tutto, e grazie a Lui nella nostra vita tutto è già compiuto. Il nostro proposito oggi sarà di assumere la capacità critica di discernere di quali incontri o di quali condizioni noi possiamo dire che ci donano vera gioia. Consapevoli di ciò, impareremo a vivere in sintonia con l'amore vero che abita in noi. Chi ama non sente la fatica, ma anche se la sentisse, amerebbe persino la fatica.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI MAGGIO 2022
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Inviato da Alba il 14/5/2022 1:50:00 (428 letture) |
DOMENICA
Il Vangelo di questa domenica ci trasmette il testamento di Gesù. È diretto ai suoi discepoli, turbati dalla partenza di Giuda. Ma è anche diretto ai numerosi discepoli che succedono a loro e vivono il periodo di Pasqua alla ricerca di un orientamento. In fondo, il Vangelo ci dà una risposta molto semplice: è un nuovo comandamento: "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati". Ma se ci si dedica a seguire questo comandamento, ci si accorge molto presto che l'amore non si comanda. Eppure, se si è capaci di impegnarsi ad amare il proprio prossimo per amore di Gesù, come Egli stesso ha fatto, si trova ben presto la risposta a parecchie altre domande. Ci si rende conto che il cammino di Gesù è un cammino di vita, per Lui ma anche per molte altre persone intorno a Lui. Gesù non parla in presenza di Giuda. Quel che dice subito dopo la sua uscita, riguarda la glorificazione: qualcosa di sublime che riguarda non più solo la sua identità di vero uomo, ma anche quella di vero Dio. È consolante pensare che davanti a spettacoli di grande bellezza o a eventi di umana magnanimità, nel bene operato da uomini giusti è la gloria di Dio che risplende. Signore, ti preghiamo, illumina gli occhi della nostra mente e del nostro cuore perché impariamo a glorificarti con tutto l'amore e la gioia che ci sono possibili. Occorre essere docili e obbedienti alla Chiesa, senza servirsi della Chiesa per fini politici.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MAGGIO 2022
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Inviato da Alba il 7/5/2022 11:30:00 (235 letture) |
Donandoci, per mezzo del Battesimo, di far parte della Chiesa, Gesù ci assicura di conoscerci uno per uno. La vocazione battesimale è sempre personale, e richiede una risposta di responsabilità in prima persona. Ci sentiamo sicuri, nella Chiesa, perché Gesù è sempre con noi, ci chiama e ci guida con la voce esplicita del Papa e con i suggerimenti interiori che ci aiutano a riconoscerla e a corrispondervi. Se restiamo nella Chiesa, con il Papa, non andremo mai dispersi, perché Gesù ci conosce per nome e ha dato la sua vita per salvarci. Quella vita che si comunica a noi, pegno di eternità, nell'Eucaristia, purché degnamente ricevuta. Non dobbiamo aver paura di nulla. Attraverso Gesù entriamo in comunione con il Padre e partecipiamo alla Vita Trinitaria. I pericoli esterni non ci turbano: dobbiamo temere soltanto il peccato che ci seduce a trovare altre vie, lontane dal percorso del gregge guidato da Gesù. La nostra personale fedeltà alla voce del Pastore contribuisce all'itinerario di salvezza che la Chiesa guida nel mondo, e da essa dipende la nostra felicità. Dobbiamo attingere alla grazia di Dio nei Sacramenti più spesso consapevoli della distruzione che il peccato può portare nella nostra vita. Gesù ha un sogno di amore verso di noi, un sogno di eternità: quello di renderci una cosa sola con il Padre. Oggi ricordiamo un santo, un grande confessore che si è reso, per grazia di Dio, braccia misericordiose del Padre: San Leopoldo Mandic. Egli non si stancava di chiedere ai cristiani di alimentare l'amore di Dio con atti di bene e diceva: «L'amore di Gesù, non si stanca di ripetere, è un fuoco che viene alimentato con il sacrificio e l'amore della croce; se non viene nutrito così, si spegne». Se ci alimentiamo ai pascoli dove ci conduce il pastore, siamo in cammino verso l'Amore vero, verso la salvezza della nostra vita. Nessuna salvezza c'è al di fuori di Cristo.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI MAGGIO 2022
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Inviato da Alba il 28/4/2022 12:20:00 (430 letture) |
Dopo la risurrezione i discepoli sembra siano ritornati al loro mestiere e alla terra di origine. Da Gerusalemme sono tornati al nord; da pescatori di uomini a pescatori di pesci; dalla montuosità della Giudea al mare della Galilea. Ciò che apparirebbe come un magro tentativo di rivalsa davanti allo scoramento della morte, è il luogo della manifestazione di Gesù. Non esiste ambito di vita e situazione esistenziale in cui "il Signore" esiti a rivelarsi ancora. Il fallimento notturno della pesca viene mutato in incontro e riconoscimento. Infatti riconoscono Gesù: "È il Signore!". Un'affermazione di portata capitale che giunge al culmine del Vangelo e soprattutto come frutto maturo della Risurrezione. Simon Pietro, per tutti i discepoli, si tuffa in mare senza paura alcuna, poiché riconosce in Gesù il Signore. E' la terza volta che Gesù si manifesta ai suoi, dopo la risurrezione; è densa di avvenimenti e di insegnamenti. Egli si ferma sulla riva del lago a cuocere il pesce per loro, e a presentarsi ancora come uno che serve, perché il Risorto è tutto Amore e Spirito vivificante. Ed è sull'amore che interroga Pietro. Non è un esame, ma solo una triplice affettuosa richiesta, all'uomo che per tre volte l'aveva rinnegato e che ciò nonostante doveva essere la prima pietra della sua Chiesa. Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po' tutti noi, si erge maestosa e commovente la fedeltà di Gesù all'uomo che aveva scelto. Ma a tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice che, se sbagliamo, Gesù, una volta ravveduti, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il quale Dio ci ha creato. Questa è la misericordia di Dio! Pietro ora si abbandona totalmente a Gesù. Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: "Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo".
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