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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI AGOSTO 2022
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Inviato da Alba il 6/8/2022 7:30:00 (251 letture) |
Nel brano del Vangelo di oggi, domenica, Cristo ci dice di non avere paura, di non lasciarci prendere dall'angoscia: il nostro stato d'animo di sempre deve essere una tranquilla fiducia in Dio, poiché al Padre è piaciuto dare il Suo Regno. Dobbiamo aprire un conto in questo Regno, perché solo lì si trova la vera ricchezza. La motivazione e il fine dell'uomo provengono sempre da dove egli pensa che si trovino i veri valori: "Perché dove è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore". Questa priorità implica che noi siamo distaccati dal denaro e dai beni materiali, e che li utilizziamo per il bene altrui, essendo responsabili davanti a Dio della loro gestione. Dobbiamo anche tenerci in uno stato di veglia costante, aspettando la venuta di Cristo: "Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese". Come i servi non sanno quando il loro padrone rientrerà dal ricevimento di nozze, come un uomo non può sapere quando entreranno i ladri nella sua casa, così noi non conosciamo l'ora della nostra morte, quando cioè Cristo tornerà per noi. Le parole di Gesù di questa domenica sono un medicina al cuore. Egli ci esorta ad aver fiducia e a non temere perché il Padre ci ha dato il suo Regno, la Sua presenza viva e vivificante in noi e tra noi. E se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Ecco, Gesù ci chiama ad aver fiducia in Lui. La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre. La sentenza finale esprime una verità generale. Il tesoro è ciò per cui l'uomo lavora, ciò che gli sta a cuore e a cui si attacca con passione. Per Gesù, il tesoro si identifica con la realtà del Regno di Dio che il discepolo è invitato a scegliere senza riserva. Siamo esortati ad essere pronti al ritorno del Signore. Questo ci ricorda qualcosa di prezioso. La vita è un dono di cui non siamo padroni. È un dono, ed è un cammino che si concluderà con un incontro, l'incontro con l'Amore che ci chiama a sé. Beati quelli che il Signore trovarà aderenti alla Sua volontà. Chiediamo aiuto al Signore! Invochiamo con forza lo Spirito Santo perché ci aiuti a cercare sempre Dio e la Sua volontà. E se il Suo Amore non bastasse, che un po' di sano timore ci aiuti. A chi molto è stato affidato, sarà chiesto molto di più!
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE LUGLIO E INIZIO AGOSTO 2022
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Inviato da Alba il 30/7/2022 6:00:00 (338 letture) |
Il messaggio essenziale del Vangelo di oggi è chiaro: "arricchitevi davanti a Dio!". Ma, siccome conquistare dei beni è un'aspirazione fondamentalmente umana, vale quindi la pena entrare nei dettagli della parabola del ricco stolto raccontata da Gesù. La ricchezza conferisce agli uomini una certa sicurezza, permette loro di disporre della propria vita, di non dipendere completamente dagli altri o dallo Stato, di organizzare la propria sfera di vita, di occuparsi di cose che fanno loro piacere. In questa misura, i beni sono necessari per una giusta esistenza. Gesù non mette in questione il buon impiego dei beni e delle ricchezze. Ma afferma che beni e ricchezze portano gli uomini a sentirsi lontani da Dio e dal prossimo, a pensare di essere assicurati contro la miseria, la vecchiaia e la morte e a soddisfare i piaceri di questo mondo. La ricchezza deve essere per ognuno un mezzo di azione: un mezzo per impegnarsi per gli altri. Aiutando coloro che sono nello sconforto e condividendo con generosità, si sarà veramente ricchi: ricchi agli occhi di Dio. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell'inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L'avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti. Il Figlio redentore ha già donato gratuitamente, grazie alla sua morte e risurrezione, lo Spirito santificatore, presente nelle profondità del suo mondo interiore, ma soffocato dalla brama dell'avere, del piacere e del potere. Il ritorno del Signore, per noi cristiani, è già avvenuto grazie al Figlio amato del Padre, che ha assunto la nostra condizione umana, è morto ed è stato risuscitato per riscattarci dalla nostra condizione di «uomini vecchi», che «appartengono alla terra». Per noi cristiani il Santificatore è la vera eredità per cui vale la pena concentrare tutta la nostra attenzione. Testimoniamo con gioia che «la nostra vita non dipende dai beni materiali che possediamo», perché abbiamo scelto di «arricchirci presso Dio senza accumulare tesori in terra».
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PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI LUGLIO 2022
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Inviato da Alba il 20/7/2022 6:10:00 (291 letture) |
Grazie alle letture bibliche, oggi la Chiesa ci insegna come bisogna pregare. Il racconto dell'intercessione di Abramo in favore delle città depravate di Sodoma e Gomorra dimostra che l'intercessione degli uomini che conoscono l'amore di Dio è capace di risvegliare la sua misericordia. San Luca ci riporta una serie di insegnamenti di Gesù su come bisogna pregare. Gesù invita innanzitutto a pregare, per qualsiasi richiesta, con fiducia, ed assicura ad ognuno che tutte le preghiere sincere saranno esaudite: "Chiunque chiede ottiene; chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto". Poi Gesù dice che un padre terreno dà solo buone cose ai suoi figli e non vuole ingannarli. Come potrebbe Dio, il migliore dei padri, mandarci qualcosa di cattivo quando noi suoi figli gli chiediamo il suo aiuto? Se un amico terreno non è capace di mandare via colui che è venuto per pregarlo, a maggior ragione Dio - che è il nostro migliore amico - esaudirà le nostre preghiere! Tanto più che noi per Lui non siamo mai importuni. La preghiera del Signore è il riassunto di tutto il Vangelo. Ed è per questo che è il fondamento e il cuore di tutta la preghiera umana. Gesù si trovava in un luogo a pregare. Gesù in quanto persona fisica è in un luogo, e in questo luogo prega. Il Figlio di Dio pregante ci svela il suo "segreto" ci dona il tesoro più grande di tutto l'universo: la relazione con Dio! Signore, insegnaci a pregare. I discepoli vedono il Maestro pregante: solo in un angolo, in un atteggiamento di serenità e pace, gli occhi socchiusi, tutto teso al colloquio interiore che comunemente chiamiamo preghiera. Capiscono che sta pregando, cioè è in relazione con Dio. Essendo alunni desiderano avere qualche indicazione pratica da mettere in atto, una formula universale da applicare. Interessante notare che chiedono a Gesù di insegnargli a pregare, tuttavia non lo chiamano Maestro, ma Signore: il Maestro trasmette una nozione, il Signore trasmette un esempio e un'azione concreta. Normalmente ciò che manca a chi studia è la pratica, e i discepoli di Gesù chiedono che sia loro trasmessa questa esperienza concreta. Quando pregate, dite "Padre".
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI LUGLIO 2022
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Inviato da Alba il 9/7/2022 12:10:00 (259 letture) |
I testi biblici che ci riportano il messaggio di questa domenica ci insegnano che il Dio della Trinità ama recarsi di tanto in tanto dagli uomini, perché la sua presenza è un onore e una benedizione. Al tempo dei patriarchi, si reca da Abramo e promette un figlio a Sara che non ne ha ancora. Gesù, da parte sua, esalta due donne nubili, Maria e Marta, onorandole della sua visita e della sua parola. Il racconto di questa visita ci mostra che si deve manifestare a Gesù un vero rispetto. Il Dio della Trinità oggi continua a recarsi presso gli uomini. Questo noi la chiamiamo visita. Spesso, ci rendiamo conto della venuta di Dio solo dopo la sua visita. In questo giorno, il nostro Signore e Salvatore ci invita a recarci da lui. Egli è il sacerdote, l'annunciatore e l'ospite di questa festa liturgica. Gioiamo di questo onore, ascoltiamo la sua parola con attenzione e festeggiamo con lui la comunione di oggi con atteggiamento di venerazione. Ma soprattutto prendiamo a cuore quello che Lui ci dice: è colui che si impregna della sua parola e vive secondo essa che gli manifesta il più grande rispetto. L'atteggiamento, soave e dolce, che fa da sfondo alla liturgia della Parola oggi, è l'ospitalità. L'ospitalità è bella come la delicatezza dell'amore quando la si esercita, quando fa stare a proprio agio gli altri, quando mette gli altri nella condizione di sentirsi amati da qualcuno, rispettati da qualcuno, gioiosamente accolti da qualcuno. L'ospitalità appare tanto più meravigliosa in un contesto umano, come quello nel quale siamo immersi, pieno di distrazione e di indifferenza. Spesso le persone che dovremmo accogliere, ospitandole, ci infastidiscono. Tutte le ragioni sono plausibili per giustificare l'insofferenza e il disagio che suscitano in noi. Opponiamo il nostro rifiuto interiore che mette a nudo, ma anche in evidenza, l'egoismo subdolo che ci corrode. Abramo è la persona dell'ospitalità. La Scrittura ce lo fa conoscere così: immagine dell'ospitalità; uomo di Dio che si identifica nell'ospitalità. Tre sconosciuti si affacciano alla sua tenda. Vengono da lui per annunciargli un fatto straordinario. Abramo, anche se non li conosce, non si manifesta disattento o infastidito. Li accoglie con premura, con gesti raffinati di apertura d'animo. L'ospite è sacro. Chiunque esso sia. "State qui", dice Abramo, "preparerò per voi tutto quello che vi rivela la mia gioia, la gioia che siate entrati nella mia tenda, la gioia di potervi ascoltare e servire". I tre personaggi sono messaggeri del Signore Dio. Abramo lo intuisce, ed esprime tutta la venerazione del cuore e dei gesti. Ed ecco l'annuncio inatteso e sorprendente: "Abramo da te e da tua moglie Sara, nella vostra vecchiaia, nascerà un figlio. Fra un anno toccherai con mano la veridicità di questa bella notizia che viene tutta dal Signore". Abramo va, colmo di gioia e di stupore, da sua moglie Sara per dirle: "Dio ci ha visitati e ci ha donato nella sua bontà questa grazia insperata".
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI LUGLIO 2022
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Inviato da Alba il 9/7/2022 9:10:00 (355 letture) |
Gli Ebrei dell'antica Alleanza avevano stabilito un sistema di più di cinquecento comandamenti e divieti, che doveva permettere loro di compiere in tutto la volontà di Dio, perché non avevano più una visione chiara di che cosa fosse assolutamente essenziale agli occhi di Dio e si perdevano nei dettagli. Per i dottori della legge, discutere di gerarchie e di comandamenti era spesso ben più importante delle istituzioni destinate a compiere veramente la volontà di Dio. È ciò che dimostra l'esempio del dottore della legge che cerca di rendere Gesù ridicolo: ponendogli una domanda in apparenza sincera, egli vuole provare che è un teologo dilettante. Ma Gesù non sta al gioco. Costringe il dottore della legge a dare da sé la risposta giusta e gli mostra allora qual è il prossimo che ciascuno deve amare come se stesso: è quello che si trova in miseria ed è bisognoso del nostro aiuto. Si risparmia così ogni discussione saccente attorno al problema di sapere se qualcuno che non è ebreo, oppure è un ebreo peccatore, ha il diritto di aspettarsi il nostro aiuto. Egli va anche più lontano, mostrando che un Samaritano da disprezzare (agli occhi dei dottori della legge) è capace di fare del bene in modo naturale seguendo la voce del suo cuore, mentre due pii Ebrei si disinteressano in modo disdicevole. Non dimentichiamo che Gesù sottolinea ben due volte al dottore della legge: "Agisci seguendo il comandamento principale e meriterai la vita eterna!".
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