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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2022
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Inviato da Alba il 10/9/2022 8:00:00 (244 letture) |
Si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro. Allora Gesù disse loro le tre parabole dei perduti ritrovati. Tra tutte le parabole sono indubbiamente le più sconvolgenti perché ci insegnano anzitutto che Dio si interessa di ciò che è perduto e che prova grande gioia per il ritrovamento di ciò che è perduto. Inoltre Dio affronta le critiche per stare dalla parte del perduto: il padre affronta l'ira del figlio maggiore con amore, con pace, senza scusarsi. Gesù affronta le critiche fino a farsi calunniare, critiche che si riproducono continuamente e quasi infallibilmente. Perché tutte le volte che la Chiesa ripropone l'immagine di Dio che cerca i perduti, nasce il disagio. E ancora, Dio si interessa anche di un solo perduto. Le parabole della pecorella perduta e della donna che fatica tanto per una sola dramma perduta, hanno del paradossale per indicare il mistero di Dio che si interessa anche di uno solo perduto, insignificante, privo di valore, da cui non c'è niente di buono da ricavare. Ciò non significa evidentemente che dobbiamo trascurare i tanti, però è un'immagine dell'amore del Signore. Per questo l'etica cristiana arriva a vertici molto esigenti, che non sempre comprendiamo perché non riusciamo a farci un'idea precisa della dignità assoluta dell'uomo in ogni fase e condizione della sua vita. Nella Parola di Dio di questa domenica emerge la gioia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per la nostra conversione. Leggiamo: «Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Alla fine della seconda parabola, quella della moneta ritrovata, abbiamo ascoltato: «Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Nella parabola del padre misericordioso la gioia è descritta con la festa del banchetto, con il vitello grasso ammazzato, i canti e le danze. Conversione è riconoscere innanzitutto l'iniziativa divina a favore della nostra povertà. Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. La nuova ed eterna alleanza, realizzata una volta per tutte dal Padre con l'umanità intera, mediante la risurrezione del Figlio, consiste nel dono dello Spirito Santo, effuso nei nostri cuori.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE 2022
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Inviato da Alba il 3/9/2022 11:00:00 (284 letture) |
Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della nostra vita. Lo seguiamo perché Lo amiamo e perché abbiamo fondato su di Lui, e solo su di Lui, il nostro progetto di vita. Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci è chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l'adesione alla "nostra" croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli. La Chiesa, oggi e sempre, è costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Gesù con totale abbandono e senza nessun compromesso. Gesù parla alla folla che lo segue, ma a differenza dei tanti demagoghi di ogni tempo, pronti a promettere anche la luna pur di trovare seguaci, egli non nasconde le difficoltà che comporta l'essere suoi amici. Nel Vangelo di oggi Luca dice: "Chi vuol essere mio discepolo, deve amarmi più di quanto ami il padre, la madre, la moglie, i figli e persino se stesso; chi vuol essere mio discepolo, porti la sua croce dietro di me". Sembrano parole per scoraggiare quanti andavano dietro a Gesù. Occorre mettere sempre Lui al primo posto. Del resto, essere cristiani è una scelta, non un obbligo, e come tutte le scelte va compiuta dopo averci ragionato. Lo stesso Gesù invita a farlo. Chi vuole dirsi cristiano deve essere consapevole di che cosa comporta, deve valutare come si configurerebbe la sua vita, presente e futura, con o senza di lui. Senza di lui, tutto appare più facile e comodo: vivo come mi pare, cercando i piaceri che ne posso trarre, avvalendomi di quanto dispongo e servendomi degli altri per realizzare i miei intendimenti. Se poi gli altri ne patiscono, a me non importa. Ma la realtà è diversa: la mia presunta libertà mi lascia spesso insoddisfatto. Con Gesù, invece, devo rinunciare a tante cose, devo farmi carico di chi mi sta intorno per dargli attenzione e aiuto; ma alla sera non fatico a prender sonno, perché non ho nulla di cui vergognarmi, so di avere speso la mia giornata al meglio delle mie possibilità, so che sto dando alla mia vita un senso e uno scopo, di cui un giorno raccoglierò pienamente i frutti. Il Vangelo non invita alle rivoluzioni armate: è più efficace e duraturo esortare tutti a vivere come il Signore insegna.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE AGOSTO E INIZIO SETTEMBRE 2022
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Inviato da Alba il 28/8/2022 11:00:00 (298 letture) |
L'umiltà consiste essenzialmente nel volgere il proprio sguardo al di fuori di se stessi, verso Gesù e verso le grandi realtà della fede, come la grandezza di Dio e la piccolezza dell'uomo, l'eternità e la limitatezza del tempo, la speranza del paradiso e la minaccia proveniente dalle nostre debolezze, la bellezza della santità e l'orrore del peccato. "Chi si umilia sarà esaltato". Per diventare umili, bisogna cominciare ad amare. È quello che ha fatto Gesù. L'amore misericordioso l'ha fatto scendere dal cielo. L'amore l'ha spinto sulle strade della Palestina. L'amore l'ha condotto a cercare i malati, i peccatori, i sofferenti. Lo stesso amore l'ha portato, senza indugi, alla sua meta, il Calvario, dove "umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce". Maria era umile perché amava la volontà di Dio e delle persone che erano intorno a lei. Come possiamo noi mettere in pratica la frase del Vangelo? Dovremmo darci come obiettivo la carità primordiale del Vangelo e cercare di servire tutti quelli che incontriamo. Ogni persona è nostro Signore, e in ognuna di esse noi abbiamo il privilegio di servire Gesù.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI AGOSTO 2022
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Inviato da Alba il 19/8/2022 20:30:00 (312 letture) |
Gesù non risponde alla domanda riguardo al numero di coloro che si salveranno: la questione della salvezza riguarda ogni singola persona. Dipende dalla mia accettazione o dal mio rifiuto della salvezza che Gesù mi offre. Il cammino verso la salvezza consiste nel seguire Gesù: egli è la via e il Suo cammino è stato verso il Calvario. Questo fu solo una tappa nel cammino verso la destinazione finale, una tappa di grande sofferenza, di tenebre e di solitudine, ma che sboccò direttamente su un mondo di luce e di gioia, illuminato dal sole nascente della Pasqua, vivente nella gioia della Risurrezione. Proprio nel buio sepolcro la Risurrezione, levò il masso e aprì le tombe riempiendo il mondo di luce e di vita. Sulla croce Gesù stese le braccia fra il cielo e la terra, ed estese la sua offerta dell'amore e della salvezza di Dio a tutti gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi, invitando ogni uomo e ogni donna, di ogni età e di ogni razza, di ogni colore e di ogni lingua, a partecipare al banchetto del Regno di Dio. Gesù ha operato l'apertura verso l'amore senza confini, verso il perdono e verso la misericordia. Quando il padrone di casa chiuderà la porta e voi sarete rimasti fuori, vedrete arrivare tanti da oriente e da occidente entrare e mettersi a mensa. Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI AGOSTO 2022
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Inviato da Alba il 13/8/2022 6:30:00 (218 letture) |
La pace che dà il Signore non è quella che dà il mondo; è fatta di perdono, di giustizia, di amore e di amicizia. La pace non è soltanto assenza di conflitti. La vera pace consiste nello stare con altri davanti a Dio, purificati e liberati dalla verità e dalla misericordia del giudizio divino. Stare in situazioni di conflitto fa parte dell'esperienza di vita di coloro che scelgono di essere fedeli all'incontro orante con la Parola di Dio, unendosi alla schiera degli innumerevoli testimoni di Cristo morto e risuscitato. Ricordando il Vangelo di oggi, sappiamo che Gesù resta fermo nella sua decisione di camminare verso Gerusalemme. Comunica ai suoi discepoli che nella città santa sta per ricevere il battesimo e per questo è angosciato. Oggi Gesù ci dice di essere venuto a gettare il fuoco sulla terra e desidera ardentemente che questo fuoco sia già acceso. Il «fuoco» rappresenta il potere di purificazione dal peccato del mondo, compiuto attraverso la sua morte in croce. Rappresenta anche la potenza della gratuità dell'amore divino, lo Spirito Santo, effuso nel cuore di ogni essere umano, che realizza, qui e ora, la nuova ed eterna alleanza del Padre con tutta l'umanità. Il «fuoco» è dunque il segno simbolico della morte e risurrezione del Figlio amato del Padre.
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