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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI MARZO 2023
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Inviato da Alba il 4/3/2023 17:20:00 (182 letture) |
Nelle Scritture, la montagna è sempre il luogo della rivelazione. Sono gli uomini come Mosè ed Elia che Dio incontra. Si racconta anche che il volto di Mosè venne trasfigurato da quell'incontro: "Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore". La magnificenza della rivelazione divina si comunica anche a coloro che la ricevono e diventano i mediatori della Parola di Dio. Gesù si mette a brillare come il sole sotto gli occhi di tre discepoli: questo lo individua come Colui che è l'ultimo a rivelare Dio, come Colui che oltrepassa tutti i suoi predecessori. Ciò è sottolineato ancor più dal fatto che Mosè ed Elia appaiono e si intrattengono con Lui. Essi rappresentano la legge e i profeti, cioè la rivelazione divina prima di Gesù. Gesù è l'ultima manifestazione di Dio. È quello che dimostra la nube luminosa da dove una voce designa Gesù come il servitore regale di Dio. A ciò si aggiunge l'esortazione ad ascoltare Gesù, ad ascoltare soprattutto il Suo insegnamento morale. Solo chi ha fatto esperienza della luce non si rassegna al buio e alle tenebre. E provo ad immaginare il Maestro alle battute finali del suo cammino, mentre, dopo l'accoglienza entusiastica che ha caratterizzato l'inizio della missione in Galilea, adesso la Sua Parola e i suoi gesti stanno procurando diffidenza, ostilità e rifiuto. Gesù inizia ad annunciare ciò che Lo attende a Gerusalemme. I suoi non Lo comprendono e vorrebbero addirittura ostacolarlo "per il suo bene". I capi del popolo cercano solo l'ennesimo pretesto per farLo fuori. Gesù sale sul monte, come già tante volte aveva fatto, per cercare la relazione con il Padre. Porta con sé tre dei suoi, perché vedano e siano testimoni di quella meta luminosa che è la Pasqua, e conservino nel cuore un po' di quella luce per quando ce ne sarà bisogno. Gesù, pur con tutta la fatica di ogni uomo, si getta tra le braccia del Padre, perché sa che mai Lo lascerà cadere, persino quando le apparenze diranno l'esatto contrario. E poi quella luce abbagliante, da togliere il fiato, che dialoga con la luce che Gesù ha dentro e che abbiamo anche noi. Certo, non c'è niente di più fragile di questa piccola luce che ciascuno si porta dentro. Ecco cosa è stato per i discepoli lo spettacolo della trasfigurazione: un anticipo circoscritto nel tempo e nello spazio della luce e della bellezza che è Dio. E quando ci torneranno con la memoria dopo gli eventi della Pasqua, riconosceranno che la luce, per quanto custodita nella fragilità della propria carne ferita, è più forte di ogni notte, anche la più nera, e splenderà sempre, tra le tenebre. Ecco perché non abbiamo da temere: il nostro è il Dio che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE FEBBRAIO E INIZIO MARZO 2023
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Inviato da Alba il 24/2/2023 11:40:00 (189 letture) |
Gesù viene presentato come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione. Ma Egli è anche il rappresentante del nuovo Israele che, rimette radicalmente la sua vita nelle mani di Dio. Egli è il solo di cui fidarsi. A tre riprese, Satana tenta Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà di fare miracoli e della potenza della sua fede e pretenderebbe obbligare Dio a sottomettersi a lui. Gesù resiste perché Dio è nel cuore della sua esistenza, perché Egli vive grazie alla Sua Parola, perché Egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo. La via che Gesù ci indica va controcorrente rispetto a quella che siamo abituati a percorrere. Spesso appena abbiamo un istinto lo assecondiamo, appena abbiamo un bisogno lo soddisfiamo, appena ci insultano reagiamo, appena ci sentiamo offesi attacchiamo. La via delle tentazioni è la strada che si apre davanti a noi quando scegliamo di seguire il Cristo. Gesù ci suggerisce il troncamento coraggioso e immediato dell'ascolto di Satana, attingendo invece da Lui la forza e la motivazione del nostro agire. La Quaresima ci insegna a pulire quella parte di noi inquinata dai vizi, dalle cose del mondo, dal fare comune e vedere invece le cose come le vede Dio. Egli non ci abbandona nel deserto, ma ci tende una mano per poterlo attraversare in modo diverso, controcorrente, e uscirne vincitori. Lui si fida di noi. E noi ci fidiamo di Lui? Siamo disposti a scommettere su di Lui?
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 18/2/2023 7:40:00 (214 letture) |
In questa settimana termina la prima parte del Tempo Ordinario ed inizia il Tempo di Quaresima, in preparazione alla Pasqua. Il mercoledì delle Ceneri, la cui liturgia è marcata storicamente dall'inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall'intensificazione dell'istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, si apre ora il tempo della Quaresima. Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla Parola di Dio. Lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale, viviamo un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima, non ha senso di per sé, ma ci riporta all'evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il Suo. Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l'umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l'esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all'azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell'eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia nell'annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 8/2/2023 9:50:00 (186 letture) |
L'ideale religioso degli Ebrei devoti consisteva nell'osservare la legge, attraverso la quale si realizzava la volontà di Dio. Gesù è la pienezza della legge, perché Egli è la Parola definitiva del Padre. Ed è anche in questo senso che Gesù è la pienezza di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio: "Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di Lui". Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. L'amore non è prima di tutto un sentimento diffuso per fare sempre quello di cui abbiamo voglia, ma al contrario il motore del servizio del prossimo, secondo i disegni divini. Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Siamo confortati dalla affermazione di Cristo: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Gesù di Nazareth ritorna al cuore, che è la sede dove si forma il nostro pensiero e il nostro agire. Se il cuore guarisce, anche la vita guarisce. Gesù fa una cosa semplicissima: riprende a uno a uno i precetti e ne svela il senso profondo, eliminando ciò che le tradizioni umane avevano aggiunto. Gesù vuole portare a compimento la Legge e i Profeti, le prime due grandi parti della Bibbia ebraica. Gesù invita a non trasgredire uno solo di questi minimi precetti: le beatitudini. Il di più che Gesù chiede è nella qualità del nostro modo di metterci davanti alle Sue leggi. E' sulla qualità della nostra fede che dobbiamo misurarci. La legge è per l'uomo, non l'uomo per la legge. Quello che Gesù è venuto a donarti, in altre parole la bella notizia, non è una legge. Dio non ti obbliga, ti dona e ciò che ti comanda, prima te l'ha concesso.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI FEBBRAIO 2023
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Inviato da Alba il 1/2/2023 9:30:00 (205 letture) |
Gesù ci dice: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo! Il sale e la luce sono due elementi che in ogni civiltà sono considerati tra i più utili alla vita. Quelle di Gesù sono parole che ci devono responsabilizzare e farci sentire sempre più impegnati a vivere in quello stile diverso che Gesù ci indica, perché possiamo essere testimoni credibili. Noi cristiani dobbiamo essere sale sparso tra gli uomini e luce che illumina e rallegra quanti avviciniamo. È grande la nostra responsabilità! Non siamo noi la luce: è Gesù la «luce delle nazioni», noi dobbiamo con umiltà e gratitudine ricevere questa luce e rifletterla, espanderla intorno a noi. E' Gesù Cristo il sale della sapienza, il sale che dà senso alla vita umana sulla terra. Dobbiamo compiere le opere buone, perché la luce che viene da Cristo risplenda davanti agli uomini e il Padre sia glorificato. Non basta una religiosità puramente esteriore, dove non c'è un amore vero, autentico, operativo a guidare la nostra vita. I cristiani sono chiamati ad essere un segno di Cristo, vero sale e vera luce, e a non nascondere sotto pesanti schemi questa luce. Essere oggi sale e luce significa, quindi, vivere nella trasparenza, nella limpidezza. O noi siamo capaci di distinguerci cristianamente nella società e siamo sale, nel senso che sappiamo darle sapore, e siamo luce perché accogliamo e riflettiamo tra gli uomini la luce di Cristo, oppure siamo quel sale di cui Gesù ha detto che, avendo perso il sapore, «a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente». Che Dio Onnipotente, per intercessione della Vergine Maria, ci aiuti, durante il nostro pellegrinaggio terreno, ad essere luce e sale della terra, affinché con le nostre opere buone possiamo rendere gloria al Padre nostro che è nei cieli.
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