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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI APRILE 2023
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Inviato da Alba il 7/4/2023 12:10:00 (185 letture) |
Maria di Magdala è stata la prima a dare l'annuncio della Pasqua, scoprendo la tomba vuota, poi, dopo di lei, sono stati Pietro e Giovanni a constatare l'assenza del corpo di Gesù, le bende posate e il sudario ripiegato. La consapevolezza della risurrezione avviene in quel momento per Giovanni, che "vide e credette" per un'intuizione d'amore. Gli apostoli erano vissuti seguendo Gesù per tre anni, ma non avevano capito il senso della Scrittura, che cioè Egli dovesse risuscitare dai morti. Pensavano di averlo perduto per sempre. La constatazione della risurrezione avverrà quando Gesù apparirà loro nel Cenacolo e soprattutto nel giorno della Pentecoste. Nella nostra vita la Pasqua di Gesù sia la costante del nostro modo di credere, vivere e sperare, perché la nostra esistenza è un correre verso la Pasqua eterna, dove Cristo ci ha preceduti e ci attende.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI APRILE 2023 SETTIMANA SANTA
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Inviato da Alba il 31/3/2023 9:10:00 (186 letture) |
Gesù, dopo essere passato dalla gioia del popolo che sembrava volergli bene, ha cenato coi suoi discepoli e come leggiamo nel Vangelo di Matteo, Gesù ricorda che nella Bibbia c'è scritto che Dio: "Percuoterà il pastore e saranno disperse le pecore del gregge" e poi conclude: Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea. Gesù non lascia l'ultima parola alla tristezza e alla morte, ma alla speranza. Possiamo compiere un gesto forte e bello: abbracciare chi vive in casa con noi e rendere più saporita e armoniosa la nostra convivenza. In fondo se la pace non parte dalla nostra casa, non potremo mai portarla fuori. Mi piace pensare che Gesù ci stia dicendo che dopo la Sua risurrezione anche noi torneremo a vivere meglio di prima. Una settimana di vita di Gesù raccontata tutta in un'unica domenica! E si passa dalla gioia alla tristezza, dalla tranquillità alla confusione, dalla serenità all'angoscia. Manca solo il finale, per quello dovremo aspettare domenica prossima. Vivremo tre giorni in cui ripercorreremo ancora quanto sentito oggi ma molto più intensamente e, finalmente, domenica faremo festa! Gesù è in cammino verso Gerusalemme. Non è molto felice in realtà; sa a cosa sta andando incontro ma sa anche gustare i momenti che passa con i suoi amici e ha ancora tante cose da insegnare loro. I suoi discepoli sono pieni di dubbi, non hanno capito molto bene che cosa succederà e che cosa ha in mente il loro Maestro. Sanno che Gesù sta andando nei giorni di Pasqua incontro ai dottori della legge che non Lo vedono proprio di buon occhio, anzi vorrebbero ucciderlo se potessero e questo li preoccupa, ma Gesù sa sempre cosa fare e fa miracoli! Questo li tranquillizza. Potremmo immedesimarci in un personaggio vicino a Gesù per conoscerlo meglio! Se scegliamo di essere uno dei discepoli, allora dobbiamo fare molta attenzione, obbedire al Maestro che ci manda a prendere l'asinello, tenere le orecchie bene aperte per non perderci neanche una parola di quelle che ci dirà durante l'ultima cena, guardare attentamente i gesti che fa Lui per ricordarceli e raccontarli quando non sarà più con noi, fare domande quando non capiamo. E dobbiamo stare attenti a due cose importanti: prima di tutto dobbiamo usare poco la nostra testa perché noi ragioniamo sempre da uomini mentre Gesù ragiona da Dio! Pietro giura solennemente che non si vergognerà mai di dire che è amico di Gesù, ma poi sappiamo che lo rinnegherà non una ma tre volte! Giuda è arrabbiato con Gesù che non è il Messia che tutti, e anche lui, si aspettavano e per questo decide che vuole chiudere questa amicizia. Poi dobbiamo stare attenti a non addormentarci! Gesù vuole la nostra collaborazione! Vuole averci vicino, vuole sentire che ci siamo, che preghiamo con Lui, che Lo accompagniamo, che, anche se non capiamo molto, non Lo abbandoniamo. I discepoli nel Getsemani si addormentano mentre Lui prega il Padre e si sente solo, triste, e confuso. Chi vorrebbe essere senza amici in un momento così? Nessuno! Perciò restiamo svegli, restiamoGli vicino! I sacerdoti con Giuda e i soldati vengono a prendere Gesù, Lo portano via, Lo trattano come se fosse un ladro o peggio; Lo accusano, Lo insultano, Lo rinchiudono. Vicino a Gesù, nelle ultime ore della sua vita, troviamo sua Madre, un discepolo, solo, qualche soldato che fa il suo lavoro e due ladri che stanno scontando la loro pena. Il discepolo non dice nulla ma il suo cuore e la sua mente stanno iniziando a capire cosa vuol dire amare come Gesù, dare la propria vita per gli altri, morire per salvare: il suo amico Gesù ha lasciato vincere il nemico perché tutti vedessero che per sé non ha tenuto nulla, ha dato tutto quello che aveva. Chi saprà dare tutto quello che ha per aiutare gli altri sarà avvolto dal Suo Amore, preso per mano da Lui e attirato fino in Paradiso, per vivere per sempre! Uno dei due ladroni seppe guardare Gesù con umiltà e scoprì in Lui l'unica via per salvarsi. Chiese perdono e si abbandonò alla Sua compagnia. Gesù gli promise di portarlo in Paradiso. Morì felice su quella croce!
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MARZO E INIZIO APRILE 2023
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Inviato da Alba il 25/3/2023 9:40:00 (182 letture) |
È allo stesso tempo l'ora della luce e l'ora delle tenebre. L'ora della luce, poiché il Sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: "Io sono il pane della vita. Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l'ultimo giorno." Come la morte è arrivata dall'uomo così anche la risurrezione è arrivata dall'uomo; il mondo è stato salvato per mezzo di Lui. Questa è la luce della Cena. Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui uno che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l'ha forse allattato perché si dicesse di lui: "Sarebbe stato meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!" Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d'argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. La disperazione ha avuto la meglio sul pentimento. Giuda ha tradito, mentre Pietro, che ha rinnegato Cristo, è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione? Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più "complice" di nessuno.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI MARZO 2023
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Inviato da Alba il 17/3/2023 12:10:00 (258 letture) |
La "luce" è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos. Non bisogna stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: "In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta". La luce è ciò che rischiara l'oscurità, ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c'è vita. Il racconto della guarigione del cieco è una "storia di segni" caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è "la luce del mondo", che Egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio offerta a tutti. In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Gesù rifiuta il concetto della malattia legata al peccato perché sa che Dio è amore e misericordia, e non manda castighi. Vuole invece aiutarci a trasformare il male in bene. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Notiamo che il cieco non ha chiesto nulla, ne si merita nulla. E' Gesù che vede il problema e prende l'iniziativa. Il gesto che fa è simbolo di una nuova creazione, come quando Dio plasma l'uomo dal fango. L'unico merito di quest'uomo, che non sa chi sta facendo questo, è che si lascia fare e ubbidisce all'invito di andarsi a lavare. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Dissero al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero che lui fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i suoi genitori e li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori e quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Signore fa' che anche noi possiamo vederti e riconoscerti presente accanto a noi in ogni momento della nostra storia passata e presente.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MARZO 2023
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Inviato da Alba il 8/3/2023 13:10:00 (188 letture) |
La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell'"acqua viva". Quest'acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente, dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e anche della salvezza dell'uomo in un senso più generale. Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. È questa la convinzione dell'antico Israele come della giovane comunità cristiana. La salvezza che Dio porta viene espressa con l'immagine della sorgente che zampilla sotto l'entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita. Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza Gesù dice: "Io, sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza". Le letture che la Liturgia di oggi ci propone, ci parlano dell'"acqua viva", che esprime la via dello Spirito che ci aiuta a crescere nella fede, che deve essere testimoniata agli altri. È un richiamo forte ad essere missionari. Nel Vangelo si parla della samaritana, alla quale Gesù dice: "Dammi da bere". I samaritani non erano ben visti dai galilei per antiche diatribe. Dopo le dice: "Va', chiama tuo marito". Lei risponde che non ha marito e Gesù le dice che sa che è stata con diversi uomini. Per rivelarsi Gesù incomincia a rivelare l'uomo a se stesso. Dobbiamo capire profondamente noi stessi, la nostra situazione morale, le cose a cui siamo attaccati, per capire le nostre motivazioni più intime. La conversione è opera dello Spirito che sa quale parola tocca un cuore. Per essere missionari occorre chiedere allo Spirito, con la preghiera, la parola giusta. Nel nostro racconto di oggi è lo Spirito Santo che è in Gesù che tocca il cuore della donna e la trasforma a sua volta nella prima missionaria. Ella diventa cioè una testimone di fede che annuncia il Messia. Anche i discepoli, di ritorno dall'essere andati a cercare cibo, ricevono da Gesù un invito alla missione.
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