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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI NOVEMBRE 2023
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Inviato da Alba il 3/11/2023 23:20:00 (143 letture) |
Che cosa significa essere cristiano? Andare a Messa, battezzare i propri figli, fare la comunione a Pasqua, rispettare i comandamenti? Nel Vangelo di oggi, Cristo svela la falsità della religiosità dei farisei servendosi dell'esempio dei sacerdoti dell'Antico Testamento: "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo; ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno". Essere cristiani vuol dire questo: non tanto rispettare ciecamente delle formule o dei precetti, ma donare Cristo agli altri, mediante una vita cristiana onesta, perché, grazie all'apostolato della preghiera, della sofferenza e delle opere, il cristiano possa divenire una forza vivente del Vangelo di Cristo. Questo è l'insegnamento di Gesù ed è così che deve vivere chi vuole essere cristiano.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE OTTOBRE E INIZIO NOVEMBRE 2023
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Inviato da Alba il 27/10/2023 12:00:00 (129 letture) |
Chiede uno scriba a Gesù: «Qual è il primo di tutti i comandamenti? ». Gesù, per rispondere, cita due testi dell'Antico Testamento: uno dal Deuteronomio, la preghiera che ogni pio ebreo recitava due volte il giorno: «Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo! Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» e l'altro dal Levitico: «Amerai il prossimo tuo come te stesso». Interessante vedere che tutto parte dall'ascolto. Solo chi accetta qualcosa può darla a sua volta. Solo chi si sentirà amato sarà in grado di amare. Il cristianesimo è innanzitutto un lasciarsi amare da Dio (prima l'ascolto). Non siamo noi ad amare Dio, ma è Dio che ha amato noi. È Dio che prende l'iniziativa. È un Dio che immeritatamente e incondizionatamente ama gli uomini. L'uomo non deve far altro che accogliere quest'amore, lasciarsi trasportare da quest'onda d'amore e "con Dio" e "come Dio" andare verso gli altri. Il credente non dà la vita per Gesù, ma "con" Gesù e "come" Gesù per gli altri. Gesù viene a inaugurare un nuovo rapporto con Dio, non più basato su una legge, ma sull'accoglienza del suo amore. Con Gesù la relazione con Dio non è più basata sull'osservanza di una legge, ma sulla pratica di un amore assomigliante a quello del Padre. Al centro della fede c'è l'amore. Sei chiamato ad amare, non obbedire a norme, né celebrare liturgie, ma semplicemente, meravigliosamente ad amare.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : QUARTA SETTIMANA DI OTTOBRE 2023
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Inviato da Alba il 21/10/2023 3:10:00 (149 letture) |
"Rendete a Cesare quello che è di Cesare". Gesù non è il capo di un movimento di rivolta: il suo discepolo deve compiere i suoi obblighi civici. Ma ciò che è importante e decisivo, e che non sembra preoccupare i farisei, è il seguito: "E a Dio quello che è di Dio". Soltanto a Dio si devono l'adorazione e il culto e né lo Stato né alcun'altra realtà di questo mondo, possono pretendere ciò che è dovuto esclusivamente a Dio. Ma tutto appartiene a Dio, che è il creatore. A Dio bisogna offrire tutta la propria persona e metterlo al centro della vita degli uomini. Restituire a Dio ciò che gli appartiene, significa rispettare la dignità di ogni essere umano, promuovere la vita piena di tutti, lottare per il rispetto di tutti. Invochiamo allora lo Spirito Santo, perché possiamo restituire a Dio ciò che gli appartiene: la gratuità del suo amore, trasformato in opere di carità verso tutti i nostri fratelli e sorelle.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI OTTOBRE 2023
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Inviato da Alba il 12/10/2023 4:40:00 (144 letture) |
Il Vangelo riporta l'ultima delle parabole del Regno, quella del banchetto nuziale. Gesù ribadisce il concetto che il Regno non è semplicemente il dopo-morte, ma un presente già iniziato e che deve condurre alla nuova alleanza. Il Regno di Dio è là, dove si incontrano tutti coloro che accolgono la Parola di Dio e realizzano la pace, la giustizia, la fraternità e la comunione tra tutti i popoli. Il banchetto esprime la vocazione dell'uomo, chiamato alla gioia di una convivenza nuova. Sorprende, nella parabola evangelica, l'incomprensione di questa vocazione così entusiasmante e il rifiuto degli invitati. L'invito cade nel vuoto, le scuse, allora come oggi, sono le stesse: non ho tempo, ognuno ha i suoi affari... come se ci fosse qualcosa di più importante nella vita, che scoprirsi amati da Dio. Il Signore allora cerca altre strade, luoghi diversi, impensati, come possono esserlo i crocicchi delle strade; persone diverse, cioè "tutti quelli che troverete", perché nel Regno c'è posto per tutti. Gesù però, ci avverte che la semplice presenza nella sala del banchetto non basta: se il primo atteggiamento è la festa, il secondo atteggiamento è riconoscere Lui, come unico e chi non ha questo atteggiamento non ha la veste per andare alle nozze. È quello che è successo all'ultimo personaggio di cui ci parla il Vangelo: gli invitati a una festa di nozze, a quel tempo, ricevevano, all'ingresso, una veste da indossare, ma questo personaggio vuole invece distinguersi, non vuole condividere, oppure è entrato di nascosto, con l'inganno, non facendosene accorgere. Gesù ci vuole dire che non basta accettare l'invito, non basta un'adesione superficiale. La fede deve cambiare la vita. Non è sufficiente dirsi cristiani; ci vuole un impegno costante per cambiare la propria vita.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : DOMENICA, 8 OTTOBRE 2023
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Inviato da Alba il 6/10/2023 20:30:00 (135 letture) |
Dopo il sorpasso delle prostitute e dei pubblicani, i sacerdoti e gli anziani devono mandar giù un altro boccone amaro. Con questa nuova parabola Gesù svela la chiave di lettura della storia della salvezza: la vigna è il popolo di Israele, il padrone è Dio, i contadini sono i capi del popolo, i servi sono i profeti e il Figlio è Gesù. C'è una vigna e c'è il suo padrone. Il terreno veniva coltivato da affittuari o mezzadri. Il racconto della parabola narra l'intreccio della nostra infedeltà, con la passione ostinata di Dio. Gesù anticipa ciò che sta per accadere: come i profeti e il cugino asceta Giovanni, anche Lui verrà rifiutato. Gli ascoltatori vengono raggiunti nelle loro chiusure e presunzioni: sanno rispondere correttamente alla domanda del Rabbì di Nazareth, ma non ne traggono le conseguenze, non si lasciano aprire gli occhi. Sono convinti che Gesù parli con loro. In realtà, il Maestro, parla di loro. E' bellissimo questo padrone attento e appassionato per la sua vigna. Ma questa tenerezza contrasta con la furia omicida dei vignaioli, che fanno piazza pulita dei servi e nemmeno si arrestano davanti al figlio. Questo contrasto è l'eterno intreccio tra l'amore di Dio e il nostro rifiuto. Quanti messaggeri Dio manda nella nostra vita e quante chiusure, mediocrità e falsità, ancora segnano il nostro rapporto con Lui. Quando ci apriremo per davvero alla sua visita?
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