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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE MARZO E INIZIO APRILE 2021
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Inviato da Alba il 17/3/2021 11:20:00 (349 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
"Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù»." Vogliono capire chi è, contemplarlo, conoscerlo veramente. "Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù". Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato". Glorificato sta per fatto conoscere, e Gesù non lo dice ai greci, ma ai discepoli, a noi. Gesù capisce che per poterlo annunciare, prima devo conoscerlo bene, e senza aver prima contemplato la sua Passione, siamo come Filippo e Andrea, che pur seguendolo da tre anni, ancora non lo conoscono. Dice Gesù: "In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". "Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà". Gesù capisce il mio disagio e mi viene incontro, come sempre, spiegandomi la convenienza di questa via, che posso seguire rispettando i miei limiti; non è una cosa che devo fare, ma che conviene provare a fare. Seguirlo significa amare e servire. Così divento servo di Dio; che è un grande onore. "Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome". Anche Gesù ha paura della sofferenza e della morte, ma ha chiaro che quella è la via maestra per rivelarci quanto è grande l'amore di Dio per noi. Gesù muore anche per i nemici. Così glorifica il nome del Padre. Contempliamo Gesù in croce e solo allora potremo parlare di un amore sovrumano; un amore capace di accogliere proprio tutti.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MARZO 2021
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Inviato da Alba il 13/3/2021 10:50:00 (345 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
L'evangelista Giovanni si rifà al momento in cui Gesù viene innalzato, chiamato qui il Figlio dell'uomo e mediante questa elevazione, chiunque crede in lui ha la vita eterna. Coloro che si immergono nel mistero della redenzione comprendono che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. La missione di Cristo è finalizzata alla redenzione e alla salvezza dell'umanità e San Giovanni incentrata la sua riflessione sulla persona di Cristo proprio sul tema dell'amore redentivo, al punto tale che Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Gesù salvatore è colui che è innalzato sulla croce e da questo trono regale, anche se umiliante, sprigiona la forza dell'amore e della salvezza per tutti gli uomini. Occorre avere fede in Lui. Infatti chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Credere in Cristo non è un semplice professione di fede pronunciata con le labbra, ma un vivere di Lui, in Lui e per Lui. Cristo deve essere la luce che rischiara le tenebre dell'errore e del male per diradarle e fare spazio alla verità e al bene. Occorre che ci si lasci illuminare dalla sua parola e dalla sua vita. Chiunque fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. In altri termini chi vive in peccato, lontano dalla grazia di Dio, invece di cambiare vita, persiste nel suo operare peccaminoso e malvagio e non si converte mai. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Riscopriamo la bellezza della gioia nella vita di tutti i giorni, anche quando la croce si alza nei nostri cammini quotidiani fatti di tanti ostacoli e sofferenze, molte volte indicibili e non percettibili agli occhi di chi ci sta vicino o lontano, ma non è sintonizzato sui nostri stessi parametri esistenziali e religiosi. "Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siamo stati salvati. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone". In questa domenica della letizia ci venga in aiuto il santo che in questo tempo ci sta accompagnando ed è San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, al quale affidiamo la nostra sincera volontà di conversione all'amore e alla gioia.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI MARZO 2021
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Inviato da Alba il 6/3/2021 8:10:00 (312 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
Era quasi arrivata la Pasqua dei Giudei, quando Gesù si recò a Gerusalemme, nel Tempio e vi trovò un vero e proprio mercato e i cambiavalute a disposizione. Gesù scacciò tutti fuori dal Tempio con le pecore e i buoi, gettò a terra i denari dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse di portare via tutto. I Giudei chiesero con quale autorità facesse tutto questo e i discepoli si ricordarono che era scritto che lo zelo per la sua casa lo avrebbe divorato. Gesù rispose ai Giudei: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere!" I Giudei non capirono, ma Egli parlava del Tempio del suo corpo. Quando risorse dai morti i discepoli ricordarono quello che Egli aveva detto e credettero alla Scrittura e alle parole di Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, vedendo ciò che compiva, molti credettero alle sue parole. Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva ciò che c'è nell'uomo.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE FEBBRAIO E INIZIO MARZO 2021
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Inviato da Alba il 27/2/2021 7:30:00 (320 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
Siamo in cammino verso la Pasqua e la parola di oggi ci offre degli spunti per viverla sempre più. Gesù sale a Gerusalemme per celebrare la Pasqua dei Giudei e si reca al Tempio. Il Tempio era considerato il luogo della presenza stabile di Dio sulla Terra, dunque luogo di culto, di preghiere, di offerte di beni e sacrifici animali a Dio, secondo la religiosità del tempo. Gesù assiste a un triste spettacolo: il commercio e la sete di denaro avevano reso questo luogo un mercato e compie un gesto profetico. Fa una frusta di cordicelle, scaccia tutti fuori e rovescia i tavoli dei cambiavalute dicendo: «non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». Gesù manifesta così il suo zelo, il suo amore per il Padre. Ci insegna una santa fermezza contro il male in tutte le sue forme. E soprattutto il Signore viene a purificare il nostro rapporto con Lui. Quanti continuano ad avere un cuore legato a tante piccole divinità, che sia l'attaccamento ai soldi, al benessere, alla propria immagine, alla carriera; che siano disordinati legami affettivi. Dio è Dio e va amato, temuto, rispettato. Gesù non si ferma qui. Vuol condurre chi lo ascolta, compresi noi, ad una comprensione più profonda del suo mistero. Davanti al suo agire i Giudei gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Gesù non offre segni immediati, ma anticipa il segno per eccellenza, ovverosia la sua risurrezione: «Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere». . L'evangelista spiega che Gesù parlava del Tempio del suo Corpo. È nel Signore risorto che noi possiamo far esperienza piena di Dio. E la Chiesa è il «corpo di Cristo»- Per mezzo del Battesimo ognuno di noi è stato innestato in questo corpo. Siamo sue membra: ognuno di noi è Tempio dello Spirito Santo.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE FEBBRAIO E INIZIO MARZO 2021
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Inviato da Alba il 27/2/2021 7:30:00 (315 letture) |
PAROLA DELLA SETTIMANA
Siamo in cammino verso la Pasqua e la parola di oggi ci offre degli spunti per viverla sempre più. Gesù sale a Gerusalemme per celebrare la Pasqua dei Giudei e si reca al Tempio. Il Tempio era considerato il luogo della presenza stabile di Dio sulla Terra, dunque luogo di culto, di preghiere, di offerte di beni e sacrifici animali a Dio, secondo la religiosità del tempo. Gesù assiste a un triste spettacolo: il commercio e la sete di denaro avevano reso questo luogo un mercato e compie un gesto profetico. Fa una frusta di cordicelle, scaccia tutti fuori e rovescia i tavoli dei cambiavalute dicendo: «non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». Gesù manifesta così il suo zelo, il suo amore per il Padre. Ci insegna una santa fermezza contro il male in tutte le sue forme. E soprattutto il Signore viene a purificare il nostro rapporto con Lui. Quanti continuano ad avere un cuore legato a tante piccole divinità, come l'attaccamento ai soldi, al benessere, alla propria immagine, alla carriera o disordinati legami affettivi. Dio è Dio e va amato, temuto e rispettato. Gesù non si ferma qui. Vuol condurre chi lo ascolta, compresi noi, ad una comprensione più profonda del suo mistero. Davanti al suo agire i Giudei gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Gesù non offre segni immediati, ma anticipa il segno per eccellenza, ovverosia la sua risurrezione: «Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere». L'evangelista spiega che Gesù parlava del Tempio del suo Corpo. È nel Signore risorto che noi possiamo far esperienza piena di Dio. E la Chiesa è il «corpo di Cristo»- Per mezzo del Battesimo ognuno di noi è stato innestato in questo corpo. Siamo sue membra: ognuno di noi è Tempio dello Spirito Santo.
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