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PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE DICEMBRE 2021 E INIZIO GENNAIO 2022
Inviato da Alba il 26/12/2021 0:50:00 (537 letture)




FINE DICEMBRE 2021 E INIZIO GENNAIO 2022


In questa giornata di solito si celebra Santo Stefano, ma quando è domenica, la si dedica a riflettere sulla famiglia di Gesù. Ecco il fatto: Gesù aveva dodici anni, quando con sua Madre, con Giuseppe e con una comitiva di parenti e conoscenti, andò a Gerusalemme a celebrarvi la Pasqua. Verosimilmente, tuttora, a quell'età, i fanciulli ebrei sul piano religioso diventano adulti, assumendosi appieno le relative responsabilità; lo suggerisce il particolare che appunto come un adulto egli si trattenne nel tempio ad ascoltare e interrogare i maestri nella fede, e come un adulto senza doverne chiedere il permesso ai genitori. Questi ultimi, già avviati sulla via del ritorno, quando si accorsero che non era nella comitiva tornarono a cercarlo. Trovatolo, Maria gli chiese perché avesse fatto in quel modo. Essi, padre e madre, angosciati lo cercavano, ma egli diede loro una risposta inattesa: rispose che dovevano sapere che lui doveva occuparsi delle cose del Padre suo. Quel Padre, che non era Giuseppe, occupava la mente e il cuore già del Gesù ragazzo, come poi sarebbe stato per tutta la sua vita terrena sino a quando, prima di spirare sulla croce, gridando a gran voce disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Peraltro, anche Giuseppe si preoccupò di attuare, in umile obbedienza, la non facile missione che Dio gli aveva affidato. E così la Madre, autodefinitasi "serva del Signore". Tutti e tre dunque i componenti della famiglia di Nazaret, Gesù, Maria e Giuseppe, avevano in Dio il loro riferimento, la loro guida; era lui il basilare legame che li teneva insieme. Ecco perché la domenica dopo Natale porta il nome di Festa della Sacra Famiglia. Amarsi non è guardarsi negli occhi, ma guardare insieme nella stessa direzione; e per i cristiani la direzione è quella della meta cui è offerto loro di tendere. Per questo la famiglia di Nazaret è un esempio, un modello. La loro non è stata una vita facile: Giuseppe si è accollato un figlio non suo; la Madre se l'è visto inchiodare a una croce; delle sofferenze di lui, poi, non parliamo neppure. Non è stata una vita facile; ma sono rimasti uniti, e uniti con amore, perché ciascuno di loro era teso a realizzarsi non secondo calcoli di umana convenienza, di personale interesse, ma secondo Dio.



PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021
Inviato da Alba il 18/12/2021 4:50:00 (231 letture)




TERZA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021


Siamo ormai a ridosso del Natale e la liturgia ci presenta la figura di Maria nel suo meraviglioso incontro con Elisabetta.  Il Vangelo ci rivela come si sono realizzati la venuta del Messia e il mistero della redenzione che essa contiene. La persona di Maria, la sua fede, il suo "sì", la sua maternità, sono le vie scelte da Dio per fare visita ai suoi e portare la salvezza a tutti gli uomini. Il centro dell'avvenimento evangelico si sviluppa proprio attorno a Maria. Si capisce la ragione della visita a sua cugina Elisabetta nel messaggio dell'angelo. Ella si dirige rapidamente verso il villaggio in Giudea, perché la grazia ricevuta da sua cugina Elisabetta, che diventerà mamma, la riempie di gioia. Il suo saluto ha un effetto meraviglioso su Elisabetta e sul bambino. Tutti e due si impregnano di Spirito Santo. Elisabetta sente il bambino sussultare dentro di sé. Dal bambino l'azione dello Spirito è trasmessa anche ad Elisabetta, cosa che la conduce a riconoscere in Maria la Madre del suo Signore. Sotto l'ispirazione dello Spirito, conosce il mistero del messaggio dell'angelo a sua cugina Maria, e la riconosce "felice" in ragione della fede con la quale Ella l'ha ricevuto. La testimonianza di Elisabetta è la più antica testimonianza della venerazione della prima Chiesa per la Madre del Salvatore. Un cuore toccato dalla grazia, colpito dall'amore, che sovrabbonda di gioia, vorrebbe condividere con tutti questa gioia. Maria ha ricevuto tanto, ha ricevuto il TUTTO e non vede l'ora di condividerlo. Maria rivela "la fonte" della sua "vitalità": un cuore colmo di Dio, colmo di gratitudine e lode nei suoi confronti. Maria sa leggere la sua storia personale e dell'intera umanità con la categoria della misericordia divina. Riconosce le cose belle che sta operando in lei, sua umile serva. Dio anche in noi vuol operare tante cose belle. A noi chiede di credergli. Credere nella sua Onnipotenza, credere nella sua Parola, credere che Lui è capace di far nascere vita nuova. Credere, appoggiandoci su Colui che è capace di fare in noi, sue piccole creature, cose grandi e meravigliose!

PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021
Inviato da Alba il 11/12/2021 7:20:00 (256 letture)


SECONDA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021


L'annuncio profetico di Giovanni Battista trova un'eco in quelli che lo ascoltano. Vanno da lui per domandargli che cosa debbano fare. Giovanni si rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione necessaria è il compimento del comandamento dell'amore del proprio prossimo, espressione reale dell'amore di Dio. Giovanni non esige la durezza della vita che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e come realizzare i propri doveri verso il prossimo. Quando gli si domanda se egli sia il Messia, Giovanni Battista risponde di no, e non accetta alcun legame alla sua persona, nessuna adesione personale qualunque essa sia. Con umiltà proclama che il Messia si trova sulla terra, che lui solo possiede il battesimo vero. Questo non si farà con l'acqua, ma con lo Spirito Santo e il fuoco, per tutti coloro che vorranno vivere la conversione completa. Solo il Messia potrà riunire il frumento e bruciare la paglia in un rogo, dettare il giudizio della misericordia. Giovanni non è neanche degno di slegare i suoi sandali; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino del Signore. Quando l'evangelista Luca scrive il suo Vangelo, la Chiesa amministra il Battesimo dello Spirito Santo, già da decenni. L'umanità deve modificare il suo modo di vivere il presente. Le folle di uomini, descritte nell'odierno vangelo, attenti alle parole del precursore, diventano consapevoli che bisogna cambiare la condotta della propria vita e domandano, con ansia che cosa debbano fare. Noi crediamo in un Dio onnipotente, che nonostante la sua onnipotenza ha un altissimo rispetto della nostra libertà. Se noi vogliamo capire il significato della nostra redenzione dobbiamo guardare il crocifisso, come gli israeliti, che nel deserto guardarono il serpente di bronzo innalzato su di un'asta nel deserto. Questa domenica, chiamata Gaudete a motivo dell'introito, è come una pausa fortificante nel cammino d'avvento, perché vediamo in lontananza l'atteso delle genti e ci diamo da fare per accoglierlo come si deve. In questa domenica della gioia, tutte le letture e la stessa colletta proclamano la gioia del popolo, che attende con fede il Natale del Signore. Sentiamo come comunità, famiglia e singoli la necessità di cambiare la nostra mentalità per adeguarci al pensare e all'agire divino. Attendiamo in quanto cristiani la venuta del Signore. La salvezza è da Dio offerta a tutti.

PAROLA DELLA SETTIMANA : PRIMA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021
Inviato da Alba il 4/12/2021 8:10:00 (513 letture)


PRIMA SETTIMANA DI DICEMBRE 2021



Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Una pagina solenne, quasi maestosa, dà avvio a questo Vangelo. Da un luogo senza nome il racconto si lancia fino al cuore dell'impero romano, sconfina dal Giordano fino al trono di Tiberio Cesare. Il Vangelo attraversa le frontiere politiche, sociali, etniche, religiose, per introdurre Gesù, l'uomo senza frontiere, l'asse attorno al quale ruotano i secoli e i millenni, mendicanti e imperatori. Traccia la mappa del potere politico e religioso, e poi, improvvisamente, introduce il dirottamento: nell'anno 15° dell'impero di Tiberio Cesare, la parola di Dio venne su un giovane un asceta senza tetto, che viveva mangiando il nulla che il deserto gli offriva: insetti e miele faticoso. La Parola di Dio vola via dal tempio, lontano dalle stanze del potere, e raggiunge un povero nel deserto, amico del vento senza ostacoli, del silenzio vigile, dove ogni sussurro raggiunge il cuore. La parola discese a volo d'aquila sopra Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto. La nuova capitale del mondo è un luogo senza nome, nelle steppe di Giuda. Là dove l'uomo non può neppure vivere, lì scende la parola che fa vivere. E percorreva tutta la regione del Giordano. Portava un annuncio, anzi era portato da un annuncio: Raddrizzate, appianate, colmate... C'è del lavoro da fare, un lavoro enorme: spianare e colmare, per diventare semplici e diritti e senza barriere. Quel giovane profeta un po' selvatico dipinge un paesaggio aspro, che ha i tratti duri e violenti della nostra storia, irta di barriere e burroni, dove ogni violenza apre un baratro da colmare, tronca strade, non permette il cammino degli uni verso gli altri e, insieme, verso Dio. E le strade su cui Dio sceglie di venire sono sempre le nostre strade. L'ultima riga del Vangelo è bellissima: ogni uomo vedrà la salvezza. Ogni uomo che fa esperienza dell'amore, viene in contatto con il Mistero di Cristo in un modo che noi non conosciamo. Ogni persona, di ogni razza e religione, di ogni epoca, sotto ogni cielo, che fa esperienza dell'amore, sfiora e tocca il Mistero di Dio. È da brividi la bellezza e la potenza di questa parola. Tu sei in contatto con il mistero, se ami. Ognuno di noi, se ama, confina con Dio ed entra nel pulsare stesso, profondo, potente e generativo della vita di Dio.







PAROLA DELLA SETTIMANA : FINE NOVEMBRE E INIZIO DICEMBRE 2021
Inviato da Alba il 27/11/2021 12:10:00 (478 letture)


FINE NOVEMBRE E INIZIO DICEMBRE 2021


Gesù disse ai discepoli che vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. I discepoli allora dovranno sollevarsi e alzare il capo, perché la loro liberazione è vicina. Stiano attenti a loro stessi, che i loro cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non piombi loro addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia della terra. Dovranno vegliare in ogni momento pregando, perché abbiano la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo. Questo Vangelo è indirizzato ai cristiani di tutti i tempi, che devono vivere nella fede del Signore in mezzo al mondo. Sono parole di consolazione e di speranza, di fronte alle tribolazioni e alle tristezze della vita. Gli stessi avvenimenti che disorientano gli uomini saranno per i cristiani il segno che l'ora della salvezza si avvicina. Dietro tutte le peripezie, per quanto dolorose possano essere, essi potranno scoprire il Signore che annuncia la sua venuta, la sua redenzione e l'inizio di una nuova era. La venuta del Signore non è considerata come una cosa vicina nel tempo. I cristiani devono pensare che la storia duri a lungo, fino alla creazione definitiva del Regno di Dio. È necessario dunque che essi abbiano un'attitudine paziente di fronte alle avversità, e perseverante nel cammino che li conduce alla vita piena. Bisogna restare vigili, in preghiera, e chiedere forza, perché ogni affanno terreno distrae il pensiero e impedisce di vivere, senza angoscia né sorpresa, l'attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova. E' iniziato il periodo dell'Avvento, quello che ci prepara al Natale.

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