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PAROLA DELLA SETTIMANA : DOMENICA, 28 GENNAIO 2024
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Inviato da Alba il 27/1/2024 8:00:00 (102 letture) |
Gesù è un maestro speciale, diverso dagli scribi. Il suo insegnamento stupisce chi l'ascolta: non è statico e freddo, ma dà freschezza e nuova vita alle cose di Dio; non impone, ma propone. La sua Parola tocca nel profondo, apre orizzonti di vita, inquieta, sveglia la mente e scalda il cuore, responsabilizza. La gente infatti dice, che Egli insegna con autorità, cioè ti fa crescere dentro. L'autorevolezza di Gesù non ha nulla a che vedere con l'autoritarismo di chi impone una propria idea senza motivarla: parla dal profondo, parla con amore, mette l'uditore al centro del suo discorso, perché davvero gli sta a cuore la salvezza e la felicità di chi accoglie la sua Parola. Lui non recita un ruolo, ma è credibile, perchè ciò che fa, coincide con quello che dice. Della potenza liberatrice di Gesù ben se ne avvede il Maligno, che si nascondeva nell'indemoniato della sinagoga, le sue lusinghe cadono nel vuoto, davanti alla parola salvifica di Cristo.
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IL SAPERE IN PILLOLE : LUNEDI', 29 GENNAIO 2024
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Inviato da Alba il 27/1/2024 7:50:00 (130 letture) |
LUNEDI', 29 GENNAIO 2024
COMMENTO AL VANGELO
L'indemoniato del Vangelo è il segno di una umanità, "disumanizzata" e "disumanizzante", di quello che succede quando si esclude ogni riferimento a Dio, ogni rapporto con Gesù. E' Gesù che "rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso". Non solo, ma il rapporto con Gesù, apre il rapporto con il creato, con gli altri e con se stessi . Il male è sempre contraddittorio, divide e crea divisione, impedisce di accogliere la vita e di gustarla in tutta la sua bellezza. Satana conosce Gesù, ma Gesù conosce il cuore dell'uomo, il suo grande bisogno di "tornare a casa", di ritrovare l'immagine di Dio scritta nel proprio cuore! Gesù è il più forte, Gesù libera, Gesù ridà dignità!
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IL SAPERE IN PILLOLE : VENERDI', 26 GENNAIO 2024
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Inviato da Alba il 25/1/2024 17:50:00 (108 letture) |
VENERDI', 26 GENNAIO 2024
IL SAPERE IN PILLOLE
Un'evangelizzazione autentica fa moltiplicare i discepoli. La conversione di uno provoca altri a pensare e a mettersi in discussione. La fede è dono di Dio, ma la mediazione dei suoi testimoni è indispensabile. La fede cresce in noi grazie alla fede di chi ci sta vicino. Parole e gesti la mediano e attivano la ricerca comune di come incarnarla in tutti gli aspetti della vita. Vivere e lavorare insieme consentono una condivisione, che permette alla comunione liturgica di diffondersi in ogni momento dell'esistenza. Preghiamo il Signore, perchè mandi operai, di ogni tipo nella Sua messe. Che non temano il lavoro, che con coraggio amino, credano e sperino con ogni uomo e ogni donna del nostro mondo.
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IL SAPERE IN PILLOLE : GIOVEDI', 25 GENNAIO 2024
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Inviato da Alba il 24/1/2024 19:00:00 (120 letture) |
GIOVEDI', 25 GENNAIO 2024
IL SAPERE IN PILLOLE
Oggi ricordiamo la conversione di san Paolo. Si chiude la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani e la memoria dell'esperienza di san Paolo ci fa meditare su un aspetto importante, che è l'agire. La domanda di Paolo "Che devo fare?" corona la visione che egli ha di Gesù. Il Risorto si presenta, si manifesta alla mente e al cuore di Paolo, la sua luce dissolve il buio e le ombre, che lasciavano Paolo in atteggiamento ostile e lo aprono ad una nuova vita; quella domanda implica l'affidamento a Cristo e la volontà di attivarsi per Lui.
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IL SAPERE IN PILLOLE : MERCOLEDI', 24 GENNAIO 2024
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Inviato da Alba il 23/1/2024 19:50:00 (102 letture) |
MERCOLEDI', 24 GENNAIO 2024
IL SAPERE IN PILLOLE
Gesù parla in parabole per annunciare i misteri del Regno. E la prima parabola riportata dal primo vangelo ha a che fare con la Parola. Una Parola che Dio semina con abbondanza e che può germogliare nel cuore del discepolo che sa accogliere. A chi ascolta è lasciata la possibilità di identificarsi, di interrogarsi, di convertirsi. Dio, in Gesù, è sempre rispettoso delle nostre prerogative, non ci obbliga ma ci invita a calare le cose dentro il nostro cuore. E chiediamocelo, con onestà: dove finisce la Parola che meditiamo ogni giorno? E quella che celebriamo comunitariamente ogni domenica? Spesso, lo vediamo bene, le preoccupazioni della vita quotidiana la mettono in secondo piano, oppure l'entusiasmo dell'accoglierla si spegne in fretta, come una moda passeggera. Ma se riconosciamo di essere fra quelli che faticano ad accoglierla e a farla germogliare, se ammettiamo, con dolore, che spesso la Parola in noi viene soffocata da mille difficoltà e da mille resistenze allora, forse, siamo il terreno umile e buono che diventa capace di portare frutto.
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