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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI MAGGIO 2024
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Inviato da Alba il 17/5/2024 20:00:00 (240 letture) |
Il "futuro" è lo Spirito, senza di Lui che è Memoria viva e Presenza vivificante non possiamo essere Figli di Dio, fratelli e discepoli di Gesù. Lui, lo Spirito, ci aiuterà a diventare "conformi" a Gesù. Passo passo ci guiderà a tutta la Verità, ci "introdurrà", ci farà entrare nella vita di Gesù, nella Comunione con il Padre, ci insegnerà a vivere da figli nel Figlio. "E' bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito"(16,7). E' commovente vedere Gesù che sceglie per noi il meglio e ci promette di non lasciarci soli. La scelta che fa, la ritiene per noi il meglio. La legge dell'amore che regola la vita della Trinità diventa, grazie al dono di Gesù, la possibilità di vivere non solo "l'immagine", ma anche a "somiglianza" con Dio.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : SECONDA SETTIMANA DI MAGGIO 2024
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Inviato da Alba il 9/5/2024 8:30:00 (120 letture) |
Il regalo più bello che il Signore ci ha fatto quando è salito al Cielo è stato quello di chiamarci ad essere suoi collaboratori e compagni nell'annunciare il Vangelo ad ogni creatura, insieme a Lui, con Lui. E' un dono che ci dice che Gesù si fida di noi, così come siamo, fragili e peccatori, limitati e spesso increduli, piccoli e incompleti.Dio si fida di noi e mette nelle nostre mani la sua Storia, la sua Vita, la sua Parola, il suo Vangelo, tutto ciò che ha di più prezioso. Dio si fida di noi e ci affida tutti gli uomini, suoi fratelli, perché li accompagniamo a scoprire e a percorrere la strada che porta alla felicità.Dio si fida di noi, ma ci dà anche una grande responsabilità: se l'annuncio passa attraverso le parole ha però bisogno di essere confermato dalla testimonianza della vita, da azioni conseguenti e veritiere, da scelte leggibili e replicabili: l'annuncio ci chiama ad una testimonianza efficace di una vita pienamente evangelica.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI APRILE 2024
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Inviato da Alba il 19/4/2024 12:30:00 (124 letture) |
Gesù è il pastore autentico, il vero, forte e combattivo, che non fugge a differenza dei mercenari, che ha il coraggio per lottare e difendere dai lupi il suo gregge, fino a offrire la sua vita. "Io offro la vita" significa: vi consegno il mio modo di amare e di lottare, perché solo così potrete battere coloro che amano la morte, i lupi di oggi. Gesù contrappone la figura del pastore vero, a quella del mercenario che vede venire il lupo, egli abbandona le pecore e fugge, perché non gli importa delle pecore. Invece al pastore buono ogni pecora importa e ogni agnello, a Dio le creature stanno a cuore. Tutte. Ed è come se a ciascuno di noi ripetesse: tu sei importante per me. E io mi prenderò cura della tua felicità. Ci sono i lupi, sì, ma non vinceranno. Forse sono più numerosi degli agnelli, ma non sono più forti. Perché gli agnelli vengono, ma non da soli, portano un pezzetto di Dio in sé, sono forti della sua forza, vivi della sua vita.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : DOMENICA, 14 APRILE 2024
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Inviato da Alba il 12/4/2024 18:30:00 (127 letture) |
Apparendo ai suoi apostoli, dopo la sua risurrezione, Gesù completò la formazione e l'insegnamento dato ai suoi discepoli; rivelando loro la verità del Vangelo, diede una pratica dimostrazione della realtà della vita eterna. Aprì in tal modo le loro menti alla comprensione delle Scritture e dei suoi insegnamenti, per renderli suoi testimoni autentici , perché per mezzo loro la sua salvezza arrivasse a tutti gli uomini. Ogni cristiano oggi è chiamato a diventare un testimone autentico di Gesù, rivivendo in se stesso il mistero pasquale. La sua formazione cristiana è completa, quando la sua vita si apre generosamente all'opera di evangelizzazione e di salvezza dei fratelli.
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PAROLA DELLA SETTIMANA : DOMENICA, 7 APRILE 2024
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Inviato da Alba il 5/4/2024 13:50:00 (135 letture) |
Non era presente, Tommaso, in quella sera piena di meraviglia. Non era con gli altri quando il loro Maestro era apparso dal nulla, mentre ancora, stupiti, commentavano il racconto dei due di Emmaus. Ma non si era lasciato prendere dall'entusiasmo, Tommaso, una volta tornato nella stanza al piano superiore. Non aveva creduto alle loro parole, non al Risorto. Non ha creduto ai suoi compagni. Troppo incoerenti, troppo deboli, troppo fragili. Come noi, poco credibili. Assolutamente poco credibili. Tommaso non crede ai suoi amici perché, onestamente, non sono credibili. Ma resta. Non fugge. Rimane. E fa bene, perché viene il Signore. Apposta per lui. Mostra le sue ferite e invita Tommaso a fare esperienza, a fare memoria, a guardare la concretezza, lo spessore della fede. Lo invita a tornare ai piedi di quella croce che ha denudato Dio, che ne ha svelato la potente forza d'amore. Deve immergersi in quella passione, non fuggirla. Deve andare oltre i segni dei chiodi e la ferita del costato, deve andare dentro, oltre, a fondo. Per coglierne la portata assoluta e devastante. Per attraversare il dolore, per superarlo. Ecco allora che Tommaso crede. L'incredulo diventa il più grande fra i credenti, il primo ad usare quel termine assoluto, Dio, riferito a Gesù. Sì, Gesù è Dio. E noi? Saremo beati se, crederemo pur non avendo visto , facciamo perciò nostra questa beatitudine, manifestando la nostra fede nel Risorto.
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