Nel Vangelo di san Giovanni troviamo il racconto della scoperta da parte degli apostoli, la domenica mattina, della resurrezione del Signore: trovarono il sepolcro vuoto! Dio ha fatto rotolare via la pietra, cioè il peccato che ostacola l'incontro con il Signore: la vita ha ribaltato la morte. Il racconto è carico di gesti e di simboli: l'andare di Maria nel buio, il suo stupore per la scoperta, il correre per annunciare agli apostoli che Gesù era stato portato via, il correre di Pietro e di Giovanni verso il sepolcro, la ritualità del rispetto dei ruoli (Giovanni aspettò Pietro prima d'entrare), i teli, il sudario, la conversione: "credettero"! I discepoli non avevano ancora compreso la Scrittura; questa frase che conclude il racconto evangelico, rappresenta ancora oggi la nostra difficoltà a comprendere, nella sua verità più profonda, l'evento della resurrezione di Gesù che oggi celebriamo. La vittoria della vita sulla morte è il più grande annuncio della storia, non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini. Il credente non può tenere per sé questo messaggio. L'annuncio cristiano diventa efficace se vive nelle nostre coscienze, quando riusciamo a capire che è possibile educare a un amore autentico; quando pensiamo che affidandoci ai criteri evangelici possiamo far rinascere un amore coniugale languente; quando riusciamo a pensare agli altri; quando riusciamo a perdonare le offese impossibili da perdonare secondo la logica di questo mondo; quando sperimentiamo che è possibile cambiare la nostra società. Il cuore della vita cristiana è esattamente questo: credere l'incredibile, amare chi non è amabile, sperare contro ogni evidenza. Fede, speranza e carità sono possibili in ogni condizione, anche la più sofferta, se si crede alla risurrezione.
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