Inizia la settimana santa, culmine di tutto l'anno liturgico. La liturgia ci aiuta a rivivere il cammino della passione-morte-risurrezione del Signore. Per quanto possibile, cerchiamo di viverla in modo serio e profondo. Oggi celebriamo la domenica delle Palme; si parte dalla gioia, dall'acclamare Gesù nostro Salvatore e dal camminare festanti con Lui, che entra a Gerusalemme. Stupisce un passaggio: dall'acclamazione del popolo "Osanna al Figlio di Davide", si passerà al grido "Crocifiggilo!". Dalla lode, all'imprecazione, dalla gratitudine, alla dimenticanza, o peggio, alla cattiveria. Non è uno dei rischi che corriamo anche noi? Lodiamo il Signore finché tutto va bene, ma quando incontriamo difficoltà e sofferenze, lo giudichiamo. È paradossale, ma a volte per crescere e capire a che punto siamo, abbiamo bisogno di passare attraverso le prove. È lì che si vede la misura della nostra fede e la gratuità dell'amore, sia verso Dio che verso gli altri. Gesù nell'ora della prova si è stretto ancor più al Padre e ha compiuto la sua missione, non scappando, non imprecando, non accusando, ma amando fino alla fine, riempiendo così, del suo amore e della sua presenza, l'umana sofferenza.
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