Non ha un nome né un volto il lebbroso, perché è ogni uomo. Siamo noi "il lebbroso", la sua carne che va in disfacimento, è il destino di ogni carne. Tutti abbiamo la nostra "lebbra" che ci allontana da Dio, probabilmente ben nascosta sotto una veste rispettabile e non abbiamo, come il lebbroso, il coraggio di gridarlo. Ci accontentiamo della nostra decenza di fronte alla Legge. Non rubo, non uccido, vado a Messa... Ma nessuna legge, da sola, è sufficiente a purificare il cuore. Ce ne accorgiamo tutte le volte che falliscono i nostri buoni propositi (sempre gli stessi!) e ripetiamo invariabilmente i soliti errori. La guarigione avviene perché Gesù prova "compassione". Per i sacerdoti il lebbroso è un caso, per Gesù è un uomo che ha bisogno. E allora rompe i tabù, lo tocca, sapendo di diventare impuro per la legge. Ma Gesù supera la legge con la misericordia. Non dimentichiamolo mai: per Dio l'uomo è sempre puro e vale più della legge. Una carezza vale più della legge. Che bello questo tocco d'amore di Gesù! La Sua misericordia non conosce limiti quando è invocata con umiltà e con fede. Il suo amore è sempre più grande del nostro peccato, perché sa che quando un uomo è rifiutato da tutti, per prima cosa ha bisogno di essere amato. L'amore salva: nient'altro.
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