Che cosa resta della nostra persona, quando non rimane più niente? Resta l'amore, dato e ricevuto. Gesù stabilisce un legame così stretto tra sé e gli uomini da arrivare fino a identificarsi con loro: "l'avete fatto a me". Il povero è come Dio! Corpo di Dio, carne di Dio sono i piccoli. Quando tocchi un povero, è Lui che tocchi. Nella memoria di Dio non c'è spazio per i nostri peccati, ma solo per i gesti di bontà e per le lacrime. Perché il male non è rivelatore, mai, né di Dio né dell'uomo. È solo il bene che dice la verità di una persona. Per Dio il buon grano è più importante e più vero della zizzania, la luce vale più del buio, il bene pesa più del male, per Lui non va perduto uno solo dei più piccoli gesti buoni, non va perduta nessuna generosa fatica. Gli "allontanati" da Dio, che male hanno commesso? Il loro peccato è il più grave, è l'omissione: non hanno fatto il bene, non hanno dato nulla alla vita. Non basta giustificarsi dicendo: io non ho mai fatto del male a nessuno. Perché si fa del male anche con il silenzio. Ciò che accade nell'ultimo giorno, mostra che la vera alternativa non è tra chi frequenta le chiese e chi non ci va, ma tra chi si ferma accanto all'uomo bastonato e a terra, e chi invece prosegue per la sua strada; tra chi spezza il pane e chi si gira dall'altra parte, passando oltre.
|