Il Vangelo riporta l'ultima delle parabole del Regno, quella del banchetto nuziale. Gesù ribadisce il concetto che il Regno non è semplicemente il dopo-morte, ma un presente già iniziato e che deve condurre alla nuova alleanza. Il Regno di Dio è là, dove si incontrano tutti coloro che accolgono la Parola di Dio e realizzano la pace, la giustizia, la fraternità e la comunione tra tutti i popoli. Il banchetto esprime la vocazione dell'uomo, chiamato alla gioia di una convivenza nuova. Sorprende, nella parabola evangelica, l'incomprensione di questa vocazione così entusiasmante e il rifiuto degli invitati. L'invito cade nel vuoto, le scuse, allora come oggi, sono le stesse: non ho tempo, ognuno ha i suoi affari... come se ci fosse qualcosa di più importante nella vita, che scoprirsi amati da Dio. Il Signore allora cerca altre strade, luoghi diversi, impensati, come possono esserlo i crocicchi delle strade; persone diverse, cioè "tutti quelli che troverete", perché nel Regno c'è posto per tutti. Gesù però, ci avverte che la semplice presenza nella sala del banchetto non basta: se il primo atteggiamento è la festa, il secondo atteggiamento è riconoscere Lui, come unico e chi non ha questo atteggiamento non ha la veste per andare alle nozze. È quello che è successo all'ultimo personaggio di cui ci parla il Vangelo: gli invitati a una festa di nozze, a quel tempo, ricevevano, all'ingresso, una veste da indossare, ma questo personaggio vuole invece distinguersi, non vuole condividere, oppure è entrato di nascosto, con l'inganno, non facendosene accorgere. Gesù ci vuole dire che non basta accettare l'invito, non basta un'adesione superficiale. La fede deve cambiare la vita. Non è sufficiente dirsi cristiani; ci vuole un impegno costante per cambiare la propria vita.
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