LUNEDI', 4 SETTEMBRE 2023
IL SAPERE IN PILLOLE
L'evangelista Luca distingue chiaramente due tempi contrastanti in questa visita alla sinagoga di Nazaret. In un primo tempo Gesù legge una profezia di Isaia e la dichiara adempiuta, perché lui stesso sta predicando l'anno di grazia annunziato dall'oracolo profetico. La reazione della gente di Nazaret è quanto mai favorevole , poiché il profeta Gesù, che è uno di loro, viene da Nazaret. In un secondo tempo, però, Gesù riprende a parlare citando l'esempio del profeta Elia e del profeta Eliseo, entrambi autori di miracoli a profitto non di connazionali, bensì di stranieri. Allora la reazione dei nazareni si capovolge: "Tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno", al punto di voler perfino uccidere Gesù, precipitandolo in un precipizio. Come si spiega questo completo voltafaccia? Il loro atteggiamento esprime una tendenza possessiva. Se Gesù ci appartiene, pensano, deve riservare a noi il primo posto nel suo ministero, deve fare per noi i miracoli! Gesù avverte questi loro pensieri e non li accetta, anzi li denuncia: "Di certo voi mi direte: Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui nella tua patria!". Gesù si è opposto risolutamente alla tendenza possessiva dei suoi concittadini e ha richiesto loro una grande apertura di cuore, li ha invitati ad accettare che Egli si dedicasse al servizio di altra gente, che andasse altrove a compiere i suoi miracoli. Ma non viene ascoltato, anzi Gesù deve dileguarsi, per sfuggire alla loro ira. Se vogliamo essere veramente con Lui, Lo dobbiamo accompagnare quando va verso altra gente e quindi accogliere le grandi intenzioni missionarie della Chiesa. Non dobbiamo ritenere Cristo, un privilegio nostro esclusivo.
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