L'ideale religioso degli Ebrei devoti consisteva nell'osservare la legge, attraverso la quale si realizzava la volontà di Dio. Gesù è la pienezza della legge, perché Egli è la Parola definitiva del Padre. Ed è anche in questo senso che Gesù è la pienezza di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio: "Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di Lui". Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. L'amore non è prima di tutto un sentimento diffuso per fare sempre quello di cui abbiamo voglia, ma al contrario il motore del servizio del prossimo, secondo i disegni divini. Il contrasto con i criteri che reggono il mondo attuale non potrebbe essere maggiore. Siamo confortati dalla affermazione di Cristo: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Gesù di Nazareth ritorna al cuore, che è la sede dove si forma il nostro pensiero e il nostro agire. Se il cuore guarisce, anche la vita guarisce. Gesù fa una cosa semplicissima: riprende a uno a uno i precetti e ne svela il senso profondo, eliminando ciò che le tradizioni umane avevano aggiunto. Gesù vuole portare a compimento la Legge e i Profeti, le prime due grandi parti della Bibbia ebraica. Gesù invita a non trasgredire uno solo di questi minimi precetti: le beatitudini. Il di più che Gesù chiede è nella qualità del nostro modo di metterci davanti alle Sue leggi. E' sulla qualità della nostra fede che dobbiamo misurarci. La legge è per l'uomo, non l'uomo per la legge. Quello che Gesù è venuto a donarti, in altre parole la bella notizia, non è una legge. Dio non ti obbliga, ti dona e ciò che ti comanda, prima te l'ha concesso.
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