Gesù prende posizione su questa terra priva di ogni pietà, per mezzo della risposta personale della sua propria sofferenza agonizzante. Neanche Lui viene ascoltato, ma si abbandona ciecamente a suo Padre, dalla sua croce, che ottiene per tutti la liberazione. Dio viene spesso definito come il Giudice giusto e ideale, che difende la causa dell'orfano e della vedova, del povero e del forestiero, i quali gridano a Lui che li ascolta e non mancherà di intervenire in loro favore. Certamente la giustizia di Dio si differenzia da quella umana perché in Lui il giudizio è affinato dalla misericordia e piuttosto che sopprimere il colpevole usa pazienza affinché questi si redima e si converta. Dio è un Padre amorevole e misericordioso capace di guardare tutti e ciascuno con la dovuta profondità, come quando si ammira qualcosa di prezioso e di irrinunciabile. Come Padre misericordioso, Egli ascolta sempre la preghiera di chiunque. Dio non è mai infastidito dalla nostra preghiera, ma presta attenzione a tutti senza discriminazione. Il suo atteggiamento non è quello del giudice iniquo, ma quello del Padre che presta attenzione alle richieste dei suoi figli. La preghiera continua e incessante è espressione della fiducia in Dio. Credere vuol dire affidarsi completamente a Lui. Fare affidamento al Signore degli eserciti, trarre da Lui il coraggio e la forza necessaria è espresso con l'apertura delle mani verso l'alto e anche questo gesto è allusivo alla fede. La fede incondizionata la si accresce solamente con il ricorso alla preghiera. Aver fiducia in Dio porta a vivere la fede con radicalità, poiché fidarsi di Dio è familiarizzare con lui guardandolo con occhi di assoluta libertà e confidenza; la preghiera è il mezzo con cui esprimere questa fiducia disinvolta, l'espediente con cui ci si affida, ci si eleva e ci si dona, vivendo l'incontro con Dio, che scopriamo sempre più vicino a noi e nostro solidale amico. Gesù si chiede, dalla sua croce: quando ritornerò a voi troverò tutta questa fede?
|