Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della nostra vita. Lo seguiamo perché Lo amiamo e perché abbiamo fondato su di Lui, e solo su di Lui, il nostro progetto di vita. Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci è chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l'adesione alla "nostra" croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli. La Chiesa, oggi e sempre, è costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Gesù con totale abbandono e senza nessun compromesso. Gesù parla alla folla che lo segue, ma a differenza dei tanti demagoghi di ogni tempo, pronti a promettere anche la luna pur di trovare seguaci, egli non nasconde le difficoltà che comporta l'essere suoi amici. Nel Vangelo di oggi Luca dice: "Chi vuol essere mio discepolo, deve amarmi più di quanto ami il padre, la madre, la moglie, i figli e persino se stesso; chi vuol essere mio discepolo, porti la sua croce dietro di me". Sembrano parole per scoraggiare quanti andavano dietro a Gesù. Occorre mettere sempre Lui al primo posto. Del resto, essere cristiani è una scelta, non un obbligo, e come tutte le scelte va compiuta dopo averci ragionato. Lo stesso Gesù invita a farlo. Chi vuole dirsi cristiano deve essere consapevole di che cosa comporta, deve valutare come si configurerebbe la sua vita, presente e futura, con o senza di lui. Senza di lui, tutto appare più facile e comodo: vivo come mi pare, cercando i piaceri che ne posso trarre, avvalendomi di quanto dispongo e servendomi degli altri per realizzare i miei intendimenti. Se poi gli altri ne patiscono, a me non importa. Ma la realtà è diversa: la mia presunta libertà mi lascia spesso insoddisfatto. Con Gesù, invece, devo rinunciare a tante cose, devo farmi carico di chi mi sta intorno per dargli attenzione e aiuto; ma alla sera non fatico a prender sonno, perché non ho nulla di cui vergognarmi, so di avere speso la mia giornata al meglio delle mie possibilità, so che sto dando alla mia vita un senso e uno scopo, di cui un giorno raccoglierò pienamente i frutti. Il Vangelo non invita alle rivoluzioni armate: è più efficace e duraturo esortare tutti a vivere come il Signore insegna.
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