Non ci si fa da sé discepoli di Gesù. Si ricevono da Lui la missione e la grazia necessaria per compierla. Si è mandati. Vi è dunque un doppio compito: ascoltare Dio per ricevere da Lui la nostra missione particolare, e ciò spesso attraverso il ministero della Chiesa, e pregare, perché Dio mandi operai nella sua messe. Ma non bisogna mai perdere di vista il fatto che la missione è quella di Gesù; e che noi non siamo che i suoi inviati. È necessario che ci rendiamo trasparenti perché si possa riconoscere, attraverso di noi, la Persona di Gesù. Di qui le molteplici raccomandazioni che sono altrettanti mezzi di conformarsi al Maestro. E per vivere ciò, bisognerà domandare sempre la grazia di essere discepoli: pregare, perché Dio abiti in noi e possa trasparire da noi, affinché altri uomini, incontrandoci, possano incontrarLo. Gesù invia 72 discepoli. Non sono i "dodici" apostoli, ma semplici cristiani, semplici discepoli. Sono servi umili del Salvatore, ma la loro opera è importante. Che bello pensare a Gesù che si fa aiutare da questi fratelli nella fatica dell'evangelizzazione! Grande è il compito, ma piccoli sono i gesti. L'importante è che questi riescano a cambiare il cuore. I 72 "tornano pieni di gioia". La gioia è grande perché il Signore salva noi e i nostri fratelli. Per questo madre Teresa diceva alle sue suore che non basta fare il bene; bisogna farlo con gioia. L'insegnamento di Gesù è rivolto alla gioia, ad accrescerla, a farla profonda, vera, così potente da sottomettere i demoni. Questa è la gioia dello stesso Gesù, riconoscente al Padre perché preferisce i piccoli.
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