Seguire Cristo non è una cosa come un'altra, che si possa conciliare con esigenze parallele o contrarie. Chi intraprende questo cammino deve sapere fin dall'inizio che sarà il discepolo di un povero che non ha un luogo dove posare il capo, di un uomo che ha saputo non senza pericolo rompere certi legami, e che, una volta impegnatosi in una missione, non si è più guardato alle spalle. Bisogna rinnovare il nostro impegno battesimale ricevendo le dure parole di Gesù, ed accettare coraggiosamente di essere dei discepoli che camminano sui suoi passi, sicuri di trovare, oltre il cammino pietroso, la felicità della vera vita. Paura e coraggio, forza e debolezza si intrecciano nella nostra vita. Ed è in questo divenire contradditorio che si svela la nostra vocazione. Signore, rendici capaci di generare, di trasmettere ai nostri giovani il patrimonio che abbiamo ricevuto, da Te e dai nostri Padri. In una reciprocità che va al di là del tempo, lo abbiamo trafficato e fatto crescere. Loro possano accoglierlo e a loro volta trasformarlo, aumentarlo, diffonderlo, lasciarlo in eredità ad altri ancora. Una virtù rarissima è di mettere in discussione le proprie certezze, di non cercare nelle cose che ci accadono gli elementi che confermano le nostre idee, ma quelli che le negano o le sfidano. Il pensiero auto-sovversivo è utile per tutti, ma è essenziale per chi ha abbracciato una fede, religiosa o laica, per chi ha aderito a una proposta grande che gli ha promesso una terra nuova. L'esercizio di auto-sovversione è la migliore prevenzione contro ogni forma di ideologia.
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