Dopo la risurrezione i discepoli sembra siano ritornati al loro mestiere e alla terra di origine. Da Gerusalemme sono tornati al nord; da pescatori di uomini a pescatori di pesci; dalla montuosità della Giudea al mare della Galilea. Ciò che apparirebbe come un magro tentativo di rivalsa davanti allo scoramento della morte, è il luogo della manifestazione di Gesù. Non esiste ambito di vita e situazione esistenziale in cui "il Signore" esiti a rivelarsi ancora. Il fallimento notturno della pesca viene mutato in incontro e riconoscimento. Infatti riconoscono Gesù: "È il Signore!". Un'affermazione di portata capitale che giunge al culmine del Vangelo e soprattutto come frutto maturo della Risurrezione. Simon Pietro, per tutti i discepoli, si tuffa in mare senza paura alcuna, poiché riconosce in Gesù il Signore. E' la terza volta che Gesù si manifesta ai suoi, dopo la risurrezione; è densa di avvenimenti e di insegnamenti. Egli si ferma sulla riva del lago a cuocere il pesce per loro, e a presentarsi ancora come uno che serve, perché il Risorto è tutto Amore e Spirito vivificante. Ed è sull'amore che interroga Pietro. Non è un esame, ma solo una triplice affettuosa richiesta, all'uomo che per tre volte l'aveva rinnegato e che ciò nonostante doveva essere la prima pietra della sua Chiesa. Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po' tutti noi, si erge maestosa e commovente la fedeltà di Gesù all'uomo che aveva scelto. Ma a tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice che, se sbagliamo, Gesù, una volta ravveduti, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il quale Dio ci ha creato. Questa è la misericordia di Dio! Pietro ora si abbandona totalmente a Gesù. Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: "Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo".
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