Il Vangelo ci propone oggi la rinuncia alla vendetta e alla violenza. Al loro posto, Gesù impone ai suoi discepoli il comandamento dell'amore per i propri nemici. Di Gesù si può dire qualsiasi cosa, tranne che non abbia conosciuto la cattiveria. Egli ha conosciuto bene che cosa voleva dire essere detestato, spogliato, percosso e ucciso. Egli ha amato coloro che lo odiavano, ha dato più di quanto non gli fosse stato tolto e ha benedetto coloro che lo maledicevano. Gesù ha superato il male attraverso la sofferenza. Ed è per questo che la sola giustificazione possibile di questi comandamenti di Gesù è la sua croce. Solo colui che dice "sì" alla croce di Cristo può obbedire a tali precetti e trovare nell'obbedienza il compimento della promessa contenuta in essi: il bene trionfa sul male attraverso l'amore. La Chiesa ci presenta tanti uomini e donne che hanno vissuto amando i propri nemici, perché si sono fidati di Gesù. Il mondo ci offre il suo progetto di vita che è quello di pensare solo a se stessi. Gesù ce ne offre un altro che è davvero il massimo, perché ci porta a non escludere nessuno dall'amore, neppure i nemici e coloro che ci fanno del male. Come credenti in Gesù, dal giorno del nostro Battesimo, abbiamo scelto di percorrere questa strada. Lui l'ha percorsa prima di noi e ci incita ad imitarlo. Il Vangelo è una proposta per persone forti nel bene, nel buono e nel bello. Tutto questo non è l'impegno di un giorno o di un momento, ma di ogni attimo della nostra vita, in cui abbiamo l'opportunità di esercitarci nell'amore.
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