Gesù opera con la potenza di Dio, difatti lo Spirito è su di Lui. La sua non sarà un'opera umana, meno che mai politica, ma la rivelazione del progetto di Dio. La sua missione è quella di accogliere misericordiosamente tutti gli uomini per liberarli. È il compimento della profezia di Isaia e Gesù se ne appropria. A Nazaret, quel sabato, Gesù annuncia il tempo nuovo che non avrebbe più avuto per protagonista l'uomo, ma "Dio fatto uomo". La gente della sinagoga sente allora con chiarezza dell'inizio di "un anno della grazia del Signore". In sostanza il Vangelo dice: non sono gli ordinamenti umani a salvare l'umanità, ma lo Spirito del Signore. C'è tanta speranza, perché ci assicura che lo Spirito è su Gesù e, perciò, su tutti quelli che fanno comunione con Lui. Questo riguarda l'oggi: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi ascoltate". L'oggi storico di Gesù diventa, per la forza dello Spirito, l'oggi liturgico della Chiesa, quello di ogni Santa Messa. La predica di Nazaret diventa oggi storia nostra. Gesù legge, poi in tutta umiltà, riavvolge il rotolo, lo consegna e si siede. Non cerca approvazione alcuna, Lui, l'inviato di Dio; annuncia la buona notizia e poi si mette da parte, si siede e tace. Tuttavia ciò che è stato annunciato ha risvegliato negli ascoltatori una sete e una fame mai soddisfatte. La Parola diventa viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
|