PAROLA DELLA SETTIMANA
"Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti". Per i discepoli la Risurrezione di Gesù non è un avvenimento scontato, lo si può comprendere solo entrando nel sepolcro guidati e introdotti da Pietro e sostenuti dall'amore sincero del discepolo che Gesù amava. Anche noi amiamo correre velocemente, vorremmo comprendere tutto e subito, ma spesso e volentieri cadiamo nel grande inganno di poter fare da soli, di poter comprendere il grande mistero della Pasqua senza Pietro, senza la Chiesa e senza quell'amore pieno di desiderio che spinge Giovanni a correre veloce. Per l'intera Sacra Scrittura la Risurrezione di Gesù è un avvenimento certo. "Egli doveva risorgere dai morti". Perché Giovanni "credette", a differenza di Pietro? Tutti e due hanno visto le solite cose eppure Pietro restò perplesso, senza "ancora avere compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti", come conferma il racconto di Luca. Per comprendere abbiamo bisogno della corsa di Giovanni, del suo desiderio sincero di ritrovare Gesù dopo averlo perduto, ma abbiamo anche bisogno di Pietro perché all'inizio della sua dolorosa passione Gesù ha detto: "Pietro io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli". Chi corre veloce come Giovanni senza essere confermato da Pietro rischia di correre invano, chi invece arriva davanti al sepolcro e vede senza gli occhi del cuore rischia, come Pietro, di tornare a casa pieno di stupore per l'accaduto e nulla più. La Risurrezione del Signore segna il vero rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta oggi alla vita immortale, vita che possiamo sperimentare tutte le volte che corriamo verso Gesù, mossi dall'amore e confermati nella verità. "Veramente il Signore è risorto! Alleluja!".
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