PAROLA DELLA SETTIMANA
Siamo in cammino verso la Pasqua e la parola di oggi ci offre degli spunti per viverla sempre più. Gesù sale a Gerusalemme per celebrare la Pasqua dei Giudei e si reca al Tempio. Il Tempio era considerato il luogo della presenza stabile di Dio sulla Terra, dunque luogo di culto, di preghiere, di offerte di beni e sacrifici animali a Dio, secondo la religiosità del tempo. Gesù assiste a un triste spettacolo: il commercio e la sete di denaro avevano reso questo luogo un mercato e compie un gesto profetico. Fa una frusta di cordicelle, scaccia tutti fuori e rovescia i tavoli dei cambiavalute dicendo: «non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». Gesù manifesta così il suo zelo, il suo amore per il Padre. Ci insegna una santa fermezza contro il male in tutte le sue forme. E soprattutto il Signore viene a purificare il nostro rapporto con Lui. Quanti continuano ad avere un cuore legato a tante piccole divinità, che sia l'attaccamento ai soldi, al benessere, alla propria immagine, alla carriera; che siano disordinati legami affettivi. Dio è Dio e va amato, temuto, rispettato. Gesù non si ferma qui. Vuol condurre chi lo ascolta, compresi noi, ad una comprensione più profonda del suo mistero. Davanti al suo agire i Giudei gli chiedono: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Gesù non offre segni immediati, ma anticipa il segno per eccellenza, ovverosia la sua risurrezione: «Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere». . L'evangelista spiega che Gesù parlava del Tempio del suo Corpo. È nel Signore risorto che noi possiamo far esperienza piena di Dio. E la Chiesa è il «corpo di Cristo»- Per mezzo del Battesimo ognuno di noi è stato innestato in questo corpo. Siamo sue membra: ognuno di noi è Tempio dello Spirito Santo.
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