PAROLA DELLA SETTIMANA
"Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me. Al centro di tutto c'è il verbo amare. Gesù si rivolge ai suoi interlocutori affermando che: "Chi ama padre o madre, figlio o figlia più di lui non è degno di lui". Il concetto di fondo ruota intorno all'incapacità per l'uomo di amare in modo perfetto senza l'aiuto della grazia. A tale proposito il Vangelo afferma: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti". Secondo il pensiero cristiano nessuno può amare il proprio fratello, i propri genitori o propri figli se prima non ama Dio, perché come afferma l'Evangelista Giovanni "L'amore è da Dio" ed è proprio Dio che ci partecipa, attraverso la grazia, la capacità di amare in modo perfetto, come lui ci ha amato in Cristo. Abbiamo in noi il desiderio di amare, ma a causa del peccato originale non abbiamo la capacità di amare perfettamente, l'amore è l'inabitazione della Santissima Trinità nella vita dell'uomo, che attraverso la grazia, per usare un termine caro alla teologia orientale, viene elevato vicino a Dio attraverso la capacità di amare come lui ama. Ecco allora che le parole di Gesù non vogliono altro che indicare la via più perfetta dell'amore. Abbiamo bisogno di imparare ad amare. La scuola dell'amore richiede un esercizio ascetico costante e rigoroso. "Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà".
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