PAROLA DELLA SETTIMANA
Parola della settimana tratta dall'Omelia della Notte di Natale del Santo Padre Papa Francesco.
È apparsa la Grazia di Dio, che porta in dono la grazia e l'amore di Dio per noi. Notte di gioia, perché Dio non è lontano; Egli è il "Dio con noi", che ha fatto sua la nostra umanità. I pastori vedono la luce di quel segno che l'angelo ha loro indicato: un bambino posto in una mangiatoia. Semplificità fragile di un piccolo neonato: lì sta Dio anche ora. Non nella sala nobile di un Palazzo regale. Bisogna chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli per trovare quel piccino nato in una stalla e posto in una mangiatoia. Lasciamo tutte le sovrastrutture e le complicazioni, per trovare la semplicità. Tanti bambini oggi ci interpellano: bambini sui barconi di migranti e rifugiati, bambini che non hanno giocattoli, ma armi, bambini nei rifugi sotterranei, bambini che hanno fame, bambini a cui l'aborto non ha consentito di nascere. Gesù è rifiutato da alcuni e nell'indifferenza dei più. Le luci del commercio e degli affari nascondono anche oggi la luce degli umili e dei poveri, la luce di Dio. Non restiamo insensibili. Il Natale ha il sapore della speranza, perché da quella mangiatoia la luce può illuminarci. Gesù è nato a Betlemme, parola che significa "Casa del pane". Gesù viene come pane per la mia vita. C'è un filo diretto dell'amore che unisce la nascita di Gesù nella Casa del pane, con la Morte in Croce, dove il Pane viene spezzato. Gli invitati sono i pastori, che erano gli emarginati di allora. Anche noi andiamo a Lui con fiducia. Lasciamoci toccare dalla tenerezza che salva: portiamo a Gesù quello che siamo, con le nostre debolezze e i nostri peccati. Lasciamoci interpellare da questo Bambino e diciamogli: «Grazie, Gesù, perché hai fatto tutto questo per me!». Adoriamo l'Incarnazione del Bambino Gesù.
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