PAROLA DELLA SETTIMANA
Riferirono a Gesù il fatto di alcuni galilei il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Altro avvenimento di quei giorni fu il crollo della torre di Siloe che uccise diciotto persone. Prendendo spunto da questi due avvenimenti Gesù afferma che le persone colpite da quelle sventure non erano più peccatori di altri. Anche chi è innocente può subire difficoltà o persecuzioni. Siamo tutti chiamati alla conversione perché la morte, quando ci raggiungerà, non ci colga impreparati. Gesù sulla Croce ci insegna che l'innocente non ha paura di accogliere la morte.
Gesù poi narra la parabola del fico. Il padrone, dopo tre anni che vede che non dà frutto, decide di abbatterlo, ma il conduttore di quel terreno gli dice che si occuperà di quella pianta, zapperà la terra e metterà il concime. Se poi continuerà a non dare frutto lo si potrà abbattere. Questo ci dice che il Signore non ha fretta di abbattere anche noi, quando non siamo come dovremmo essere. Egli ha pazienza e usa misericordia con noi in attesa che possiamo dare frutto. Alleniamoci, dunque, per portare il nostro frutto. Ancora il Signore si prende cura di noi con pazienza. Cogliamo questa occasione, perché potrebbe essere l'ultima per noi.
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